Torna in scena dopo quattro anni la Partita a Scacchi a personaggi viventi. Giocata ogni secondo weekend di settembre degli anni pari – nel 2020 la rievocazione non è stata fatta a causa del Covid – questa rappresentazione ha luogo a Marostica nella caratteristica Piazza Castello, in cui fa da padrona un’enorme scacchiera marmorea circondata da 3.600 posti a sedere da cui è possibile godersi uno spettacolo unico.
Le date di quest’anno sono quelle del 9 -10-11 settembre, ma per risalire alle sue origini bisogna fare un bel passo indietro nel tempo e giungere all’Anno di Grazia 1454, quando Marostica era uno dei domini della Repubblica di Venezia. La Partita, come le storie più belle, ha alla base un intreccio amoroso: una fanciulla bellissima di nome Lionora e due giovani pretendenti pronti a sfidarsi a singolar tenzone per conquistarsi il diritto di impalmarla. E un padre, Taddeo Parisio, castellano della città, che non voleva perdere nessuno dei due valenti giovani, entrambi utili alla maggiore gloria del suo nobile casato.
La memoria della vicenda veronese di Giulietta e Romeo era ancora vivissima e i duelli per cause d’amore erano banditi anche dal Doge.
Così il saggio Taddeo decise che Lionora sarebbe andata in sposa al pretendente che avesse vinto una partita al nobile gioco degli scacchi; lo sconfitto sarebbe divenuto ugualmente suo parente, sposando Oldrada, sua sorella minore, anch’essa giovane e bella. L’incontro si sarebbe svolto in un giorno di festa nella piazza del Castello da basso, con pezzi grandi e vivi, armati e segnati con le insegne del Bianco e del Nero, secondo le antichissime regole imposte dalla nobile arte, alla presenza del Castellano, della sua affascinante figlia, dei Signori di Angarano e di Vallonara, dei nobili delle città vicino e di tutto il popolo. Decise anche che la sfida sarebbe stata onorata da una mostra in campo di uomini d’arte, e da fuochi e luminarie, ballerine, suoni e danze. E così avvenne.
Dapprima sfilarono al suono dei musici il Castellano e la sua corte con Lionora e Oldarda, la fedele nutrice Prudenzia, ed un corteo di dame, gentiluomini, paggi, e ancelle e le splendide ambascerie ospiti. Poi, scesero in lizza arcieri, alabardieri, fanti schiavoni e cavalieri e tennero una mostra in campo agli ordini del comandante del Castello. Anche i Vessilliferi dei Borghi esibirono la loro bravura con un lancio di bandiere. Infine entrarono nel campo di gara i meravigliosi pezzi bianchi e neri con re e regine, torri e cavalieri, alfieri e pedoni.
Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara sedettero al tavolo da gioco e gli Araldi ordinarono le mosse. Al termine della disfida un tripudio di fuochi, luci e grida festose salutarono il vincitore.
Lionora, trepidante perché segretamente innamorata di uno dei due, aveva, con discrezione, fatto sapere al contado che il Castello da basso sarebbe stato illuminato di candida luce qualora la vittoria fosse stata conquistata dal cavaliere che faceva battere il suo cuore, affinché tutti potessero partecipare alla sua gioia.
L’idea della Partita a Scacchi con pezzi viventi venne a Francesco Pozza, un giovane studente di chimica, futuro docente e regio ispettore scolastico. L’anno prima, assieme agli amici e soci del locale Circolo Studentesco, era intervenuto all’applauditissimo carnevale di Bassano sfilando nelle vesti di un gruppo di armati secenteschi dotati di archibugi e cannone. La trionfale affermazione ottenuta e la passione per gli scacchi e per il teatro fecero scattare il resto. Era il 1923. Abbozzato il progetto e convolti alcuni imprenditori, il Comitato organizzatore mise a soqquadro la città e convinse centinaia di ragazzi e di adulti a improvvisarsi maestranze e figuranti per un giorno. Migliaia di cartoline invasero allora l’Italia, spedite dai marosticensi agli amici. Il 2 settembre, in un caldo pomeriggio domenicale, la prima Partita a Scacchi andò in scena. Il successo fu travolgente e anche Gabriele D’Annunzio volle presenziare allo straordinario evento.
Per tre decenni l’evento fu sospeso e alla fine della II Guerra Mondiale la situazione economica di Marostica era ridivenuta oltremodo critica. Tanto che la rappresentazione finì nel dimenticatoio. L’idea di riprendere la Partita a Scacchi venne al sindaco Marco Bonomo, appassionato del “nobil ziogo”, e alla sua amministrazione. Era il 1954 e il progetto di fare della Partita a Scacchi uno spettacolo a forte richiamo turistico trovò presto molti consensi. Nel 1957 arrivò la consacrazione: la Partita a Scacchi venne invitata all’Expo di Bruxelles per rappresentare il folklore storico italiano
Da allora ogni due anni i muri cittadini si riempiono di bandi: donne, uomini, ragazzi e bambini sono chiamati al ruolo di figuranti. Quasi il 5% della popolazione. Ma la grande attesa è per la selezione di Lionora e Oldrata. Le candidate devono essere residenti o domiciliate a Marostica e di età compresa fra i 18 e il 28 anni. Una giuria sceglie le finaliste che diventano protagoniste di un grandioso evento dal vivo con la votazione e l’acclamazione fatta in pubblico e a furor di popolo.
Gli oltre 650 figuranti, i ricchissimi costumi rinascimentali, le musiche, i fuochi, gli sbandieratori, l’incendio del Castello hanno fatto di questa rievocazione uno dei simboli del folklore e della storia italiana nel mondo. Per la Partita a Scacchi si arriva dai 5 continenti, per vivere da protagonisti, sia pure per il solo spazio di circa due ore, un’appassionante storia d’amore. E oggi come allora l’emozione si rinnova, in una fastosa cornice di costumi preziosi e di gonfaloni, affascinanti dame ed intrepidi cavalieri, scherzosi zanni, giocolieri e sputafuoco, rinnovando negli animi il sapore antico anche del gioco della seduzione.
Cosa vedere nella città degli scacchi
Marostica è un borgo medievale che è possibile visitare in una giornata. Situata ai piedi dell’altopiano di Asiagola, la sagoma delle sue mura salgono verso le pendici del monte Pausolino.
CASTELLO SUPERIORE
Alla cima del Monte troviamo il castello superiore, fondato dagli Scaligeri, come testimonia lo stemma all’entrata. Dell’edificio originale è rimasto ben poco, entrando dalla porta ci si trova in un grande piazzale aperto, forse l’originale piazza d’armi, con degli edifici ristrutturati che ora sono diventati un ristorante. Dal castello si può godere un bellissimo panorama su città e sulla pianura.
CASTELLO INFERIORE
É l’edificio medievale a pianta quadrata che si affaccia su Piazza degli Scacchi e fa da sfondo alla celebre partita. Fu costruito nel Trecento dagli Scaligeri e in origine era una costruzione difensiva, usata anche come dogana e occasionalmente come residenza. Nel Quattrocento con il passaggio alla Repubblica di Venezia il castello fu trasformato in un palazzo pretorio; si deve a quest’epoca la divisione in piano servile e piano nobiliare e l’aggiunta di finestre più ampie. Nel corso dei secoli fu usato come gendarmeria austriaca, carcere, sede di uffici municipali. Nel 2006 è stato completato un lungo lavoro di restauro che ha riportato il Castello Inferiore al suo aspetto originario. Attualmente è aperto a visitatori singoli e gruppi; i tour guidati vanno prenotati in anticipo. Durante la visita è possibile vedere la Corte d’Armi, il Loggiato, il Piano Nobile, la storica spezieria di Prospero Alpini, le prigioni veneziane e austriache, la stanza del Capitano e il cammino di ronda. Il castello ospita anche la sede del Museo dei Costumi della Partita a Scacchi e l’Armeria della Partita. Avrete così l’opportunità di vedere abiti e armi usati dai figuranti nel corso della rievocazione storica.
CHIESA DEI CARMINI
Lungo il cammino dal Castello Inferiore a quello Superiore si incontra la Chiesa dei Carmini, l’edificio religioso più famoso di Marostica. È una chiesa seicentesca dall’elegante facciata bianca che si staglia contro le pendici verdi del colle su cui sorge il castello
MURA E PORTE
Non appena si arriva si nota subito la possente cinta muraria voluta, nel 1372 da Cansignorio della Scala, eretta in arenaria con cortine merlate lunghe quasi 2 km. e intervallate da 24 torrisini e su tre di questi si aprono le porte che un tempo davano accesso alla città e la porta che conduce all’ingresso del Castello Superiore. La Porta Vicentina è quella a sud, la Porta Bassanese è a est, la Porta Breganzina a ovest e la Porta Tramontana a nord.
COME ARRIVARE
In auto: il casello autostradale più vicino è quello di Dueville lungo la A31 Valdastico, ci si può immettere su questa autostrada dalla A4, l’arteria che collega Venezia a Milano passando per Padova, Vicenza e Verona. Usciti dall’autostrada imboccate la statale 248 Marosticana e proseguite dritti per circa 15 km fino alla vostra destinazione.
In treno: Non è possibile arrivare direttamente a Marostica con questo mezzo perché la stazione ferroviaria cittadina non è più in funzione. La stazione più vicina è quella di Bassano del Grappa, situata a 7 km di distanza e servita da treni regionali della linea Venezia-Trento. La stazione di Vicenza è più lontana ma può essere più comoda perché è situata lungo la Venezia-Milano: è la principale linea ferroviaria del Nord-est ed è servita da treni regionali, Intercity e Alta Velocità. Da entrambe le stazioni partono autobus diretti per Marostica della compagnia di trasporti locale FTV.
In aereo: L’aeroporto più vicino a Marostica è quello di Treviso, talvolta indicato nei siti delle compagnie aeree come Venezia-Treviso.
Riferimenti
www.visitmarostica.eu