Un’alleanza in movimento e per il movimento quella che vede insieme oltre ventotto fra associazioni ed enti italiani, Legambiente, Touring Club, Wwf, CittàSlow, Rete Ferroviaria Italiana solo per citarne alcuni, uniti nel nome della mobilità dolce e della sostenibilità. Non più un modo di viaggiare per spostarsi da un punto all’altro, ma uno “way of life” da scoprire e, in molti casi, riconquistare. Un modo di godersi la bellezza, il buon cibo e la natura in un tempo diverso, il proprio, che ritrova il piacere di un ritmo lento, fatto di silenzi e pause. Con un obiettivo nobile e ambizioso, valorizzare l’identità dei piccoli comuni disseminati sulla penisola e contrastarne lo spopolamento. Nasce da qui, nel 2018, A.MO.DO. l’Alleanza della Mobilità Dolce. «Un “luogo” – come specifica la portavoce Anna Donati – di collaborazione, dove si elaborano proposte e documenti, si mantiene una costante interlocuzione con le istituzioni, si dialoga con le aziende e i gestori del servizio ferroviario e gli operatori della mobilità dolce, promuovendo itinerari e percorsi alla scoperta dell’Italia dei piccoli territori».
Cultura, rispetto, consapevolezza, i capisaldi che guidano l’azione dell’Alleanza che viaggia lungo ciclovie ricavate da ferrovie dismesse, strade bianche, argini, su sentieri naturalistici, vie d’acqua da navigare senza motore, binari delle ferrovie turistiche. «Ci spendiamo – continua Donati- perché sia possibile l’integrazione e l’interconnessione tra tutte queste opportunità di viaggio e d fruizione attiva, per riattivare dinamiche di progettazione partecipata del territorio e del paesaggio nelle tante comunità e borghi sparsi per l’Italia. Molto spesso questi percorsi di mobilità dolce sono parte dell’identità di molte aree interne a bassa densità, e possono costituire un volano per il turismo e un modo concreto per evitare l’abbandono del territorio e contrastare il dissesto idrogeologico».
È in questo contesto che nel 2021 nasce l’Atlante della Mobilità Dolce. Un progetto nato dalla collaborazione di A.Mo.Do. e Rete Ferroviaria Italiana che, partendo dalle reti ferroviarie individuate come “spina dorsale” dell’Atlante, si propone di rilevare tutte le altre infrastrutture presenti sui territori, in particolare gli snodi intermodali, e rappresentare la ricchezza di cammini, sentieri, ciclovie, greenways, borghi, parchi, beni storici integrandoli in un unico sistema che possa farne emergere le sinergie e proporre esperienze di viaggio multimodali e multiculturali. Una nuova formula di “geografia collaborativa”, basata sulle tecnologie digitali, la creazione di una piattaforma comune basata su tecnologia Gis (Geographic Information System) per mappare e mettere in relazione i vari “nodi” e finalizzata alla promozione di un Sistema Integrato di Mobilità Dolce. 3.035 stazioni ferroviarie, 902 borghi, 16 ferrovie turistiche, 24666 chilometri di cammini, oltre 7.000 di Setieri Cai, 1.000 di ciclovie, 50 siti Unesco, 871 aree protette. I numeri sono quelli di un vero e proprio tesoretto da valorizzare, proteggere e promuovere. «Ad oggi- prosegue Donati- è in fase di sviluppo una piattaforma informatica disponibile alla consultazione per chi si vuole mettere in cammino. E’ allo studio la possibilità di creare dei documenti scaricabili in pdf. Ma il vero valore aggiunto – chiude- sarà la creazione di servizi veri e propri nei vari punti della rete. Per fare un esempio, un utente che raggiunge a piedi uno dei nodi da cui parte una ciclovia, dovrebbe avere la possibilità di noleggiare una bicicletta in loco».