ALIVA, L’IMPRESA CHE TRASFORMA GLI ELEMENTI NATURALI IN DESIGN

Quattro ragazzi calabresi creano “Aliva” trasformando il legno della potatura degli ulivi in splendidi oggetti di design con lo scopo di preservare questi alberi millenari.

AMBIENTE
Francesca Danila Toscano
ALIVA, L’IMPRESA CHE TRASFORMA GLI ELEMENTI NATURALI IN DESIGN

Quattro ragazzi calabresi creano “Aliva” trasformando il legno della potatura degli ulivi in splendidi oggetti di design con lo scopo di preservare questi alberi millenari.

Segno di pace di spiritualità e sacralità, sinonimo di fertilità, rinascita e resistenza, se c’è una pianta che più di altre racchiude in sé diversi simboli e significati ed ha molteplici peculiarità, è proprio lui: l’ulivo.

Emblema delle civiltà mediterranee, che per millenni sono state la culla della cultura e della produzione dell’olio, lo troviamo su tutte le coste bagnate dal mar Mediterraneo, dall’Italia a quelle spagnole, alla Grecia, alle coste mediorientali e a quelle marocchine, algerine e tunisine.
L’ulivo (Olea europaea) a livello botanico è l’unica specie a frutto commestibile delle piante che fanno parte della famiglia delle Oleacee.

Una delle sue caratteristiche principali è la longevità, in Puglia, in Sardegna e in Calabria troviamo infatti, esemplari millenari di rara bellezza.
Ed è proprio in Calabria che facciamo un viaggio straordinario, per scoprire una nuova impresa fondata da quattro giovani che hanno voluto unire tradizione e innovazione.

Gabriel Gabriele, Vincenzo Fratea, Antonio Centorrino e Marco Macrì in meno di un anno hanno dato vita alla loro impresa, Aliva, che produce oggetti di arredo con legno di potatura di ulivi secolari senza alcun finanziamento.

Un’idea vincente
In questa storia si sono fuse quattro vite molto distanti ma accomunate da stessi valori e un desiderio: mettere in piedi un progetto basato sulla sostenibilità, capace di coinvolgere, contaminare e dare un impatto concreto e reale.

L’impresa ha una peculiarità che la porta ad essere differente da altre aziende del settore, ovvero l’utilizzo di una materia prima unica nel suo genere: i rami potati di ulivi secolari. Questi, attraverso la trasformazione in prodotti di design, possono poi continuare a raccontare tutte le storie che hanno visto negli anni, anche lontani dagli alberi che li hanno generati, che rimarranno invece ben saldi al terreno con le loro radici.

Dunque, nessun albero viene abbattuto e le potature fatte vengono affidate ovviamente a potatori riconosciuti da enti ufficiali.

La loro prima collezione si chiama Kalavria, il nome più antico della regione. Sono in programma anche Apulia e Trinacria, rispettivamente Puglia e Sicilia. I nomi ricordano le tre regioni più profondamente legate a questi alberi. Le loro collezioni diventano un viaggio alla scoperta di leggende, luoghi e persone che hanno contribuito a rendere inimitabili questi territori. Anche i prodotti sono pezzi unici, ne vengono creati solo mille per articolo, accompagnato ognuno da un certificato con foto, localizzazione e dettagli dell’ulivo potato e giorno di produzione.

I lavori disponibili possono essere acquistati online sul loro sito www.alivadesign.it.

(da sinistra) Gabriel Gabriele, Antonio Centorrino, Marco Macrì, Vincenzo Fratea

Uno stimolo per i giovani calabresi

Pensare e attuare un progetto ambientale costruito sulla sostenibilità, con il coinvolgimento del territorio e un impatto reale non è semplice, ma i segnali positivi sicuramente stimolano a perseguire la via scelta.
Antonio Centorrino, uno dei co-fondatori di Aliva afferma: “Aliva è un progetto neonato. Si tratta di un’impresa a tutti gli effetti, che vive di profitto, questo però non ci vieta di perseguire la nostra missione ambientale che viene sostenuta proprio dai ricavi generati dalle vendite dei nostri prodotti. Ambiamo a garantire corsi di formazione gratuiti per i contadini che sono i primi difensori di questi “mitologici” alberi. Posso esserlo però solo conoscendo bene le possibili minacce che da sempre sono rappresentate da malattie, parassiti e soprattutto incendi. In più, per ogni vendita pianteremo un ulivo in Salento, terra desertificata per via della Xylella”.

Gli obiettivi da raggiungere non sono finiti: “Vogliamo formare quanti più agricoltori possibili, creando una rete, per avere un osservatorio sullo stato di salute degli ulivi in Italia; piantare quanti più alberi possibili in Salento, per ridare vita ad un’area ormai desertificata. Abbiamo anche avviato i primi contatti con altre startup ed aziende sostenibili per poter raggiungere questi obiettivi insieme. In un futuro ancora più lontano, invece, vorremmo esportare il nostro “modello” ad altri alberi e nuove aree geografiche”, aggiunge.