Nel frenetico scorrere lo smartphone o il tablet capita magari di dare solo uno sguardo al titolo di quello che in gergo giornalistico viene chiamato “pezzo”, così spesso si finisce per non leggere un articolo seppure poteva interessarci. Questo può accadere per mancanza di tempo, pigrizia, o perché si stancano gli occhi, oppure non si trova il momento della giornata ideale per farlo. Eppure ormai da qualche tempo la tecnologia ci ha messo a disposizione la possibilità di ascoltare invece di leggere. Cosa che, stando ai dati, è sempre più gradita.
Allora c’è da chiedersi, meglio leggerli o ascoltarli giornali o libri che siano? I neuroscienziati in merito ci dicono che le informazioni semantiche vengono elaborate in modo simile sia quando leggiamo sia quando ascoltiamo una parola e che alcune regioni del nostro cervello si attivano in modo analogo. E che anche queste due diverse modalità stimolano le stesse aree emozionali e cognitive. Leggere o ascoltare quindi non sta a significare che una delle due attività sia qualitativamente migliore o preferibile rispetto all’altra. Piuttosto perché, com’è naturale, ciascuna modalità di fruizione dà vita a un’esperienza diversa, stimola emozioni e sensazioni differenti, e in maniera diversa viene ricordata. Per questo abbiamo deciso di ampliare in tal senso la fruizione del nostro giornale e mettere a disposizione dei nostri lettori, da oggi anche ascoltatori, i nostri articoli.
Senza nulla togliere alla bellezza della lettura, resta il fatto che ascoltare può rappresentare la soluzione ideale per eliminare tutte le scuse avute finora per non leggere. E chissà che non sia anche un modo per ritrovare, o riscoprire, la passione assopita di informarsi e per aprire una finestra alternativa sul mondo della lettura. Dove, attraverso l’orecchio, la memoria potrà essere sollecitata e fare quasi da segnalibro invisibile nel flusso continuo di notizie che quotidianamente arrivano dal mondo della Rete.