BENTORNATI ANIMALI SELVATICI!

Alcune specie animali stanno facendo ritorno in Europa. Malgrado la biodiversità sempre più fragile una buona notizia per la salute dell’ecosistema.

AMBIENTE
Pamela Preschern
BENTORNATI ANIMALI SELVATICI!

Alcune specie animali stanno facendo ritorno in Europa. Malgrado la biodiversità sempre più fragile una buona notizia per la salute dell’ecosistema.

Lupi, orsi e bisonti. Sono queste tra le cinquanta specie  che stanno tornando a popolare l’Europa secondo il rapporto European Wildlife Comeback 2022.Il documento offre una sintesi dello stato attuale, delle tendenze e dei fattori favorevoli al ritorno di alcune categorie di animali selvatici nel nostro continente. Inoltre contiene un’analisi particolare (del fenomeno) della ricomparsa dei grandi carnivori e del ruolo di questi nel ripristinare l’equilibrio dell’ecosistema, oltre che una panoramica di iniziative, norme e opportunità. Sono diverse le specie che hanno fatto inaspettatamente ritorno al loro habitat naturale, a dimostrazione che in determinate condizioni la fauna selvatica può sopravvivere e prosperare, come dichiara il rapporto.

In questo processo volto a recuperare l’ambiente idoneo facilitando la reintegrazione di alcuni animali dichiarate in pericolo o in via di estinzione l’uomo gioca un ruolo decisivo.

La crisi della biodiversità

Nella sua disamina dello stato dell’arte e delle tendenze in corso il Rapporto non nasconde l’evidente e persistente minaccia alla biodiversità e i pericoli per la fauna selvatica europea. Quasi un volatile su otto e circa un mammifero su cinque è tuttora a rischio di estinzione nel nostro continente.Oltre alle responsabilità dirette dell’essere umano che in vari modi ha contribuito alla riduzione della presenza di certi animali selvatici attraverso il bracconaggio, il commercio illegale vanno ricordate quelle indirette, dovute alle mutate e sempre più ostili condizioni climatiche e all’inquinamento. Sono queste tra le cause principali dell’allontanamento di alcuni animali selvatici dai loro ambienti naturali e lo spostamento verso ambienti a loro estranei, come gli insediamenti urbani. Vedere un animale selvatico in città non è frutto di allucinazioni, ma è diventato una realtà. E neanche troppo rara. Negli ultimi anni in alcune capitali europee in diverse occasioni si sono visti mammiferi, scorrazzare per le strade, tra lo stupore -e in alcuni casi il timore- di residenti e turisti. I cervi a Parigi, le capre per le strade di Llandudno in Galles, gli istrici e i cinghiali a Roma intenti a rovistare tra i cassonetti della spazzatura, sono solo alcuni esempi tra i più eclatanti.

Casi che hanno sorpreso e incuriosito non solo i protagonisti e testimoni diretti di incontri a dir poco inattesi, ma anche quanti hanno ritrovato le immagini e i video degli “insoliti passanti” sui social media. Ma che hanno anche contribuito allo sviluppo di una forma d’arte come la fotografia naturalistica urbana, diventata oggetto di un concorso a cui quest’anno hanno partecipato circa seimila persone tra fotografi dilettanti e professionisti desiderosi di aggiudicarsi l’ambito premio,  gli Urban Wildlife Photography Awards. Chi ha immortalato volpi ,chi scoiattoli e chi altre specie (insolitamente) nei contesti urbani più diversi. Tra i vincitori, quello della categoria “Daylight”  è stato “Window to the Salt Pan” di Mano Aliczki, che ha  fotografato un fenicottero in procinto di entrare in una struttura di legno in un argine d una salina, in Sardegna.   Nonostante tutto il Rapporto lascia spazio a un ragionevole ottimismo: sono molte le specie protagoniste di grandi ritorni, grazie all’introduzione di divieti di caccia e all’impegno umano per la reintroduzione e il ripristino degli habitat.Tra le principali ci sono i lupi, per i quali sembra iniziata un vera e  propria rinascita: dopo una lunga scomparsa nello scorso secolo, causata principalmente dall’invasione da parte degli umani dei loro habitat, negli ultimi anni si è registrato un loro aumento: dagli anni ’70, il numero della popolazione è cresciuto del 1.800 per cento , arrivando a circa 17.000 esemplari.Da allora tra le altre specie tornate in auge ci sono anche l’orso bruno, la cui popolazione è aumentata del 44 per cento; le foche grigie incrementate di circa il 6.273 per cento; i castori che all’inizio del secolo scorso erano poco più di 1000, oggi ammontano a oltre un milione.  A questi si aggiungono dei grandi erbivori come i bisonti, che hanno registrato una crescita di quasi il 400 per cento. Uno dei pochi animali della megafauna sopravvissuti al mondo – ha una funzione particolarmente importante nel mantenere i paesaggi boscosi mangiando enormi quantità di arbusti.

Il ritorno degli animali selvatici: più benefici che rischi Non sorprende notare che il sostegno alla conservazione degli animali mansueti è ampiamente diffuso; cala invece quando si tratta di carnivori, potenzialmente pericolosi e aggressivi. Ad esempio orsi e lupi sono spesso percepiti come una minaccia sia per le persone che per altri animali, in storie e racconti locali millenari dipinti come feroci predatori, pronti a divorare pecore e pastori. Eppure i vantaggi della reintroduzione delle specie animali a lungo scomparse superano le minacce. E di gran lunga.Il ritorno e la protezione delle specie migliorano la salute dell’intero ecosistema, in diversi modi.Come indicato nel Rapporto, ad esempio, i lupi grigi nella foresta di Białowieża in Polonia hanno modificato la distribuzione della popolazione di cervi e cinghiali, allontanandole da determinate aree e consentendo così la rigenerazione degli alberi e piante presenti.Inoltre come parte della catena alimentare, specie diverse fanno affidamento l’una sull’altra; pertanto un riequilibrio della presenza numeri di alcune categorie di animali contribuisce a rivitalizzare alcuni territori.Infine nel considerare le potenziali minacce dei predatori, queste sono prevenibili con l’intervento delle autorità a protezione delle potenziali vittime del loro ritorno. Un caso esemplare è quello degli gli allevatori che, se privati di parte del loro bestiame a causa dei lupi hanno diritto a un risarcimento, ai sensi del diritto dell’UE. Il messaggio dunque è chiaro: il recupero e la convivenza della fauna selvatica non solo è possibile, ma è imprescindibile per la salute del nostro pianeta.