Il Pnrr con il piano nazionale dei borghi storici sostiene lo sviluppo socioeconomico e la rigenerazione culturale e turistica dei piccoli centri urbani, un modo per evitarne lo spopolamento e offrire nuove opportunità. Con la Missione 1 digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo e la componente 3 turismo e cultura 4.0 in capo al Ministero della Cultura sono stanziati 1,02 miliardi di euro per l’intervento denominato “attrattività dei borghi”. La misura prevede la messa a terra di azioni di rigenerazione urbana attraverso le quali promuovere lo sviluppo e creare attrattori culturali che fungano da volano per il turismo ed evitino che il borgo accentui processi di declino e spopolamento. Più gli incentivi per una crescita economica duratura.
Due le linee di intervento previste. La prima, per lo sviluppo di progetti pilota per la rigenerazione culturale, turistica e socioeconomica di borghi abbandonati o a rischio di abbandono. Lo stanziamento totale pari a 420 milioni di euro andrà a finanziare, nella misura di 20 milioni di euro ciascuno, il borgo scelto dalle singole regioni. Per la seconda, che interesserà ulteriori 229 borghi singoli o in aggregazione che abbiano una popolazione residente al 31 dicembre 2021 non superiore ai 5000 abitanti, scelti tramite bandi pubblici per progetti di rigenerazione urbana e culturale, la dotazione finanziaria messa a disposizione è di 380 milioni pari a 1,6 milioni per borgo. Infine 200 milioni andranno a finanziare le piccole e medie imprese già insediate o che intendono farlo nei diversi borghi spasi lungo la Penisola.
Le azioni previste riguardano operazioni di ripristino del patrimonio storico e realizzazione di servizi culturali anche con finalità turistica; riqualificazione degli spazi pubblici; azioni per una nuova attrattività residenziale; eliminazione delle barriere architettoniche; promozione di percorsi storici e visite guidate; sostegno ad attività culturali, turistiche, commerciali, agroalimentari e artigianali; rilancio occupazionale; riduzione delle emissioni di gas climalteranti, ecc.
Tra i borghi scelti piccoli comuni (Rocca Calascio in Abruzzo, Gerace in Calabria, Sanza in Campania, Montalto delle Marche, Pietrabbondante in Molise, Accadia in Puglia, Elva in Piemonte, Fontainemore in Valle d’Aosta, Ulassai in Sardegna, Recoaro Terme in Veneto, Palù del Fersina in Trentino, Stelvio in Alto Adige), frazioni (Cesi in Umbria, Monticchio Bagni in Basilicata, Campolo in Emilia Romagna, Borgo Castello in Liguria, Livemmo in Lombardia) o paesi disabitati (Castelnuovo in Avane in provincia di Arezzo). Ognuno di questi, con le numerose particolarità che li contraddistinguono, potrebbe essere frutto di un approfondimento, per ora però ci soffermeremo solo su alcuni di essi.
Per l’Umbria ha avuto la meglio contro altri 18 candidati Cesi, frazione di circa 500 abitanti nel comune di Terni, che ha promosso il progetto “Cesi porta dell’ Umbria e delle meraviglie”. Le nove linee di azione e gli oltre quaranta interventi previste puntano alla valorizzazione dei settori cultura e turismo attraverso il potenziamento di servizi e infrastrutture, la partecipazione culturale e l’educazione al patrimonio delle comunità locali, iniziative per il contrasto dello spopolamento, ecc. Tra i vari interventi di riqualificazione è prevista la sistemazione del patrimonio artistico ed architettonico. E sarà anche incentivata la sentieristica con lo sviluppo di percorsi geolocalizzati, lavori di messa a norma in sicurezza di percorsi turistici, ecc.
Progetti che avranno anche uno sguardo verso la sostenibilità ambientale, attraverso il recupero sia funzionale che energetico di palazzi storici da adibire ad edilizia residenziale, la creazione di una comunità energetica e l’acquisto di autobus elettrici o ad idrogeno. Scopo della missione non è solo quello di rendere ancora più attrattivi borghi che hanno già qualcosa da offrire, ma anche di fare uscire dall’ oblio alcuni dei cosiddetti paesi fantasma o borghi dimenticati che costellano la penisola.
È il caso di Castelnuovo in Avane (oggi Castelnuovo dei Sabbioni) in provincia di Arezzo nel comune di Cavriglia. Il paese, in seguito alla decisione del 1956 di divenire centro per l’estrazione della lignite, ha iniziato un progressivo spopolamento accentuato anche dal rischio di frane che ha portato alla demolizione di abitazioni civili, di chiese e del castello ma oggi si prepara a tornare a nuova vita Anche per il borgo toscano, sono previste azioni che valorizzino l’attrattività turistica e le radici storiche. Verrà infatti creato un albergo diffuso e anche completato il museo delle miniere.
Al confine di tre regioni, Lazio, Umbria e Toscana, Trevinano, un paese di poco più di 140 abitanti nel comune di Acquapendente in provincia di Viterbo, ha sbaragliato la concorrenza tra gli altri di Civita di Bagnoregio e Sermugnano (nel comune di Castiglione in Teverina) grazie al progetto “Trevinano re – wind”, che prevede la ricostruzione del tessuto sociale anche grazie all’imprenditorialità locale per l’attivazione di stage, corsi universitari, creazione di alberghi diffusi e molte altre iniziative per ridare vita a luoghi che rischiano di essere cancellati dalla mappa del Bel Paese.
Quelle presentate sono solo alcune delle realtà a cui il Pnrr sta dando opportunità di crescita, se volete invece a conoscere anche i restanti progetti potete cliccare sul seguente link