Piccola -28 051 km2 con 676 273 abitanti – è un lembo d’Africa continentale incuneato fra Camerun, Gabon, Golfo di Guinea, come dire fra la foresta e il mare. La Guinea Equatoriale ha una lunga storia alle spalle: una dominazione prima portoghese poi spagnola (con una parentesi di amministrazione inglese) quindi il Paese diventò una Repubblica nel 1968. Nelle prime elezioni fu eletto presidente Francisco Macías Nguema, che nel 1972 si proclamò presidente a vita. Ciò spinse numerosi abitanti a emigrare, e la giovane repubblica attraversò una situazione critica. Nguema fu sostituito nel 1979 dal nipote Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, che si trovò con un Paese disastrato. Si aprì all’0ccidente, instaurò buoni rapporti con la Spagna (anche oggi numerosi giovani vanno là a studiare) ma la vera svolta arrivò nel 1996 quando vennero scoperti ingenti giacimenti di petrolio. La religione è quella cattolica, le lingue ufficiali sono spagnolo, francese e portoghese, anche se un terzo della popolazione parla gli idiomi indigeni (la maggior parte è di origini Bantu, l’etnia più diffusa è quella dei Fang, seguita dai Bubi).
Un Paese che guarda all’Italia
Oggi la Guinea Equatoriale è uno Stato proiettato in avanti, che guarda oltre “l’oro nero” e vuole aprirsi al turismo internazionale. Così nei giorni scorsi ha ospitato una delegazione di tour operator italiani, ricevuti da esponenti politici locali, compreso il figlio del Presidente, Teodoro (Teodorin) Nguema Obiang, che molti indicano come il suo delfino. A fare gli “onori di casa” una persona d’eccezione, Catalina Martinez Asumo, Segretario di Stato per il turismo: conosce bene l’Italia, dove ha vissuto, e crede fermamente nei rapporti con il nostro Paese.
Djibloho, per guardare al futuro
Cosa offre la Guinea Equatoriale al turismo? Vi sono collegamenti aerei con Air France, Ethiopian Airlines, Royal Air Maroc verso Malabo, la capitale nell’isola di Bioko, dove c’è l’aeroporto internazionale). Ha una buona ricettività alberghiera, il fulcro è il Grand Hotel Djibloho: djibloho significa “meraviglia”, e l’ hotel è una grande oasi a ridosso della foresta, con 450 camere e 50 ville, campo da golf, piscine, cinque ristoranti, discoteca, una sala congressi da 1.200 posti ed altre sale, una Spa di 2000 mq., una suite presidenziale di 2.000 mq e persino una clinica medica (in parte dedicata alla cura dell’infertilità) con due sale operatorie e uno studio dentistico. Alla guida di questa struttura è Vincenzo Presti, general manager italiano e punto di riferimento internazionale per l’hotellerie e per le nuove strutture turistiche che si stanno sviluppando nel Paese. Intorno al Grand Hotel Djibloho si sta sviluppando una città destinata a diventare la nuova capitale del Paese. Poiché in Guinea Equatoriale siamo agli albori di un’epoca turistica, chi vuole visitare questo Paese può chiedere informazioni al dott. Presti, per vivere al meglio la vacanza.
Malabo la capitale
Malabo, sull’isola di Bioko, circa 140mila abitanti, è la capitale, dove sorge l’aeroporto internazionale: ha palazzi moderni, grandi alberghi, la Cattedrale di Santa Elisabetta del XX secolo, il verdissimo Parco Nazionale che ospita anche un Museo di arte contemporanea, e gli alberghi delle grandi catene. Del periodo coloniale resta poco, solo la Casa Verde, privata e non visitabile. Malabo ha anche strade vivaci dove pulsa la vita locale e dove tanti negozi invitano allo shopping, per lo più di capi di abbigliamento locali, dai bei colori.
La fabbrica del cioccolato
A Malabo, Finca Sampaka è stata fondata nel 1906 in una casa coloniale, ed anche oggi produce un pregiato cioccolato. L’azienda, la cui estensione era di circa 1.000 ettari, è famosa per la raccolta di uno dei migliori cacao dell’isola – e, dicono gli intenditori, anche del mondo-, sia per la squisita cura nella selezione che nel processo produttivo. Si possono assaggiare diversi gusti e con differenti percentuali di cacao, e fare acquisti in loco, per portarsi a casa un souvenir unico.
L’ isola di Bioko
Conta 250 mila abitanti, non solo ospita la capitale e l’aeroporto internazionale ma è un vero paradiso per i naturalisti. Ha una vegetazione incredibilmente rigogliosa e la viabilità̀ è buona. Percorrendo la strada nella foresta si arriva alla cascata di Ureka, alla spiaggia di Arenas Blancas vicino alla cittadina di Luba, e ancora con un saliscendi sempre nella foresta si giunge alla cittadina di Moka, che è anche un’ottima base per le gite e il trekking. Se si ha tempo, è consigliabile visitare il Pico Basilé, un vulcano che fa parte del Pico Basilé national Paek creato nell’aprile del 2000: coi suoi 3.11 metri è la montagna più alta del paese e dalla sommità si gode una bellissima vista del monte Camerún.
Bata
Bata, sul continente, a un’ora di aereo da Malabo, conta 173mila abitanti ed è la seconda città del Paese. Ha edifici moderni, negozi, supermercati, bar e ristoranti di stampo occidentale, ma anche numerosi mercati locali dove si vende di tutto, dall’abbigliamento anche usato a frutta, verdura carne, pesce e altri cibi locali. Il nuovissimo Grand Hotel Bata ha persino un eliporto sul tetto. Vanto di Bata è il “paseo marítimo”, il moderno lungomare che copre un’estensione di 15 km, dalle spiagge di Ukomba a Iyubu, comprendendo quasi tutte le spiagge dell’area urbana di Bata. A metà del lungomare, si unisce alla struttura del porto vecchio, dove si trova la Torre Libertad, un originale edificio alto 63 metri che ingloba un ristorante circolare con una bella vista.
Mongomo, la Cattedrale di San Pietro
Anche in questo lembo d’Africa c’è…la Cattedrale di San Pietro! La si scopre a Mongomo, città vicina alla frontiera con Gabon, dove sorge la Cattedrale dell’Immacolata che sembra una copia più piccola di San Pietro di Roma, con i lunghi portici e i marmi italiani all’interno. La chiesa è molto bella, molto curata, ed ha annesso il seminario.
Le Maldive… a Corisco
Ciliegina sulla torta è Corsico, un’isola a 29 km dalla costa a sud-ovest dell’estuario del fiume Muni che segna il confine col Gabon. Ha una superficie di 14 kmq ed un villaggio, Gobe, piccolo ma ben attrezzato, con un nuovo albergo, qualche bancarella, la scuola e la chiesa, che ha la curiosa forma di un ferro da stiro. Ma il pregio dell’isola sono le lunghe spiagge bianchissime ombreggiate da palme e da una fitta vegetazione, e niente stabilimenti balneari, niente venditori, e niente turisti: il paradiso di chi ama la natura. Ci si potrebbe stare per ore su questa spiaggia, fra una brezza leggera e un bagno in quelle acque verdi-blu invitanti. Altro gioiello in tema di mare è l’isola di Annobón, che dista 500 km dalle coste della Guinea Equatoriale e 600 km dall’isola di Bioko. È formata da un vulcano spento sulle cui pendici si può fare trekking fino al lago Mazafim, poi ci si può rilassare sulle belle spiagge, tra cui spicca Playa de Amor. Fra luglio ed agosto si possono avvistare, numerose, le balene megattere.
Per riferimenti e info: Grand Hotel Djibloho e dott. Vincenzo Presti