Considerare l’impatto sociale, economico e soprattutto ambientale delle proprie attività economiche è diventato un obiettivo primario delle compagnie del comparto aereo. Puntare ad essere più verdi in un settore che rappresenta attualmente circa il 2% delle emissioni mondiali di carbonio, è d’obbligo. Soprattutto considerato il peso che lasciano sulla coscienza l’impronta di carbonio e il conseguente riscaldamento globale, causati non solo dall’anidride carbonica ma anche da ossidi di azoto (NOx), vapore acqueo, particolato, scie di condensa (flussi d’acqua condensati).
Mai come in questi ultimi anni le compagnie dell’aviazione dichiarano di volersi impegnarsi nella tutela dell’ambiente e del clima, in conformità con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, i cosiddetti Sustainable Development Goals (SDGs), tre in particolare: rendere le città e comunità sostenibili (11); sviluppare un modello di consumo e produzione responsabile (12); promuovere la lotta al cambiamento climatico (13).Così come si dichiarano pronti a collaborare per il contenimento dell’aumento della temperatura al di sotto di 1,5°C, secondo quanto concordato nell’ambito dell’Accordo di Parigi e per l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050, a cui fa riferimento il Green Deal europeo.
Il verde delle compagnie aeree
Siti web che vantano l’acquisto di velivoli nuovi, efficienti ed ecologicamente neutri così come progetti di riduzione del carbonio e di altri gas a effetto serra, tra cui le iniziative di piantumazione di alberi e trasformazione dei gas in elettricità. Programmi di compensazione delle emissioni di carbonio sviluppati in collaborazione con società tecnologiche, come piattaforme digitali dove i passeggeri possono calcolare le emissioni di carbonio del loro volo e compensarle sono tra le misure messe in atto da note compagnie aeree low cost.Rendere l’aereo una scelta di viaggio ecologica impone anche uno sforzo continuo di ammodernamento della flotta da raggiungere con una tecnologia all’avanguardia che consenta un sempre maggiore contenimento dell’impronta di carbonio. Così come il riciclo dei rifiuti a bordo, il divieto della plastica monouso nelle cabine passeggeri e di pilotaggio e il risparmio di carburante.
Eppure coinvolgere i clienti nell’impegno verde di gruppi aerei “pionieri di un futuro sostenibile” contribuendo con l’acquisto del biglietto alla realizzazione di mezzi più ecologici e a progetti di riforestazione sono scelte tutt’altro che incisive. Resta difficile immaginare come possano coesistere con una crescita continua del traffico aereo, tra le maggiori responsabili dei mutamenti climatici e dei disastri ambientaliEd ecco allora che in un’inevitabile reazione all’escalation della crisi climatica si alzano le voci di attivisti che denunciano le campagne pubblicitarie fuorvianti e scorrette in materia di rispetto dell’ambiente, definendole puro greenwashing. Un fenomeno che interessa il trasporto aereo low cost ma non solo.
Carburanti biologici: l’alternativa naturale al carburanti fossili
Tra le iniziative “green” decantate dalle compagnie compare l’uso di combustibili sostenibili. Proprio su questo tema recentemente è giunta una notizia sorprendente: alcuni ricercatori hanno scoperto dei microrganismi che potrebbero contribuire a rendere climaticamente neutri i voli. Si tratta di comuni batteri aerobi appartenenti alla categoria degli streptomyces che, quando metabolizzano lo zucchero, creano una molecola speciale: secondo i microbiologi, diventerà un combustibile naturale, alternativo a quelli fossili.
Quando consumano zucchero o amminoacidi i batteri li scompongono queste sostanze convertendole nei loro elementi costitutivi creano i legami carbonio-carbonio, come succede nel corpo umano con la produzione di grasso. Ma in questo caso c’è dell’altro. La particolarità di questo processo consiste nella forma della molecola: un triangolo. In presenza di legami con un angolo normale, questi sono flessibili; nel caso delle molecole triangolari, invece, i legami, si piegano fino a rompersi generando energia.
Se questa è indubbiamente una grande notizia, frutto di un’importante scoperta scientifica, un prudente ottimismo nel contesto attuale è d’obbligo. Occorre non trascurare tra i vari fattori la presenza e delle sovvenzioni ancora massicce date ai combustibili fossili nel settore aereo (e non solo) oggetto di interessi diversi. Lontane sono le prospettive di un’eliminazione di questi combustibili, così come lontana sembra essere la possibilità di operare scelte politiche responsabili che rendano di uso comune alternative naturali già esistenti: l’olio da cucina esausto, i rifiuti agricoli e domestici, solo per citarne alcune.Soluzioni che, semmai diventeranno percorribili, richiedono tempo. L’emergenza climatica evidente e in corso, però impone di agire in fretta. Per arrestare la catastrofe l’opzione più efficace è una sola: ridurre al minimo l’uso del trasporto aereo.