L’approvazione della Inflaction Reduction Act da parte del Congresso nordamericano e la sua promulgazione da parte di Joe Biden lo scorso 16 agosto hanno rappresentato la più grande vittoria dei Democratici, da quando sono arrivati al potere un anno e mezzo fa. La legge, che rappresenta il più grande investimento per affrontare il cambiamento climatico nella storia degli Stati Uniti, mira a frenare l’inflazione riducendo il deficit, abbassando i prezzi dei farmaci da prescrizione e investendo nella produzione di energia interna, promuovendo al contempo l’energia pulita. Infatti, oltre al risvolto sulle tematiche climatiche e ambientali, la normativa consente a Medicare – il programma di assicurazione sanitaria pubblico – di negoziare con le aziende farmaceutiche i costi dei farmaci da prescrizione, ed estende i sussidi per l’assistenza sanitaria fino al 2024.
I repubblicani si sono opposti nettamente al maxipiano, finanziato in gran parte da aumenti delle tasse sulle grandi aziende, e su cui il Congresso lavorava da circa un anno. La legge, che prevede l’investimento di 369 miliardi di dollari sull’energia e il cambiamento climatico, dovrebbe avvicinare notevolmente gli Stati Uniti all’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 40% entro il 2030. Un obiettivo che resta al di sotto dell’ambizione iniziale di Biden, che puntava a una riduzione del 50%, e molto più ridotto rispetto al Green Deal Europeo, che ambisce a una riduzione del 55% delle emissioni nei prossimi otto anni. Ma anche con i limiti imposti dalla realpolitik, il pacchetto di interventi per il fisco, il clima e la sanità pubblica non ha eguali nella storia degli Stati Uniti, e dovrebbe consentire al Paese di incrementare la sua transizione energetica.
Alcune misure previste per la transizione energetica
Agevolazioni fiscali per i veicoli elettrici, incentivi per incrementare gli impianti di cattura del carbonio, favorire la produzione di idrogeno verde e stimolare la produzione di pannelli solari, turbine eoliche e batterie di nuova generazione. Sono alcune delle misure previste nel pacchetto di quasi 400 miliardi di dollari, destinati in gran parte a soluzioni ad alta tecnologia per aiutare a spingere il più grande emettitore storico del mondo verso un futuro più verde. Si prevedono anche le soluzioni climatiche “nature based”, con un pacchetto di circa 20 miliardi di dollari per la conservazione dell’agricoltura e 5 miliardi di dollari per salvaguardare le foreste del Paese, secondo il Congressional Research Service. Ci sono poi le misure per la riduzione del rischio di incendi nelle terre pubbliche e i finanziamenti per supportare le città con i programmi di forestazione urbana, che assorbono il carbonio e contribuiscono a combattere le “isole di calore” urbane.
L’allerta degli attivisti: compromessi per la giustizia climatica e pochi strumenti per limitare i combustibili fossili
Non mancano le critiche all’ampia legge appena approvata. Secondo Robert Bullard, direttore del Bullard center for environment & climate justice , “le comunità della giustizia ambientale si trovano ancora una volta nella precaria posizione di dover accettare le tecnologie CCS [cattura e stoccaggio del carbonio] rischiose, maggiore inquinamento e ingiusti ‘compromessi’ per la salute al fine di ottenere benefici economici, ambientali e climatici“. Il disappunto di molti ambientalisti si deve al fatto che le legge non prevederebbe sufficienti fondi per l’adattamento climatico, mentre continuerebbe a consentire l’inquinamento da combustibili fossili, oltre a prevedere incentivi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio. Tutti elementi che continueranno ad avere un impatto eccessivo sulle persone vulnerabili, aggravando così l’ingiustizia climatica.