LA TRANSIZIONE ECOLOGICA PUNTA SULLO SVILUPPO DEL BIOMETANO

Lo sviluppo del biometano per incrementare la quota di energia da fonti rinnovabili è quanto previsto nel nuovo decreto del Ministero per la Transizione ecologica che attua una misura del PNRR.

AMBIENTE
Domenico Aloia
LA TRANSIZIONE ECOLOGICA PUNTA SULLO SVILUPPO DEL BIOMETANO

Lo sviluppo del biometano per incrementare la quota di energia da fonti rinnovabili è quanto previsto nel nuovo decreto del Ministero per la Transizione ecologica che attua una misura del PNRR.

Puntare sul biometano in un periodo particolarmente critico come quello attuale permetterebbe di ridurre le forniture di gas dall’ estero, Russia in particolare. Renderebbe inoltre il nostro Paese meno soggetto alle speculazioni e alla continue oscillazioni dei prezzi del gas, offrirebbe un contributo fattivo al processo di transizione ecologia e garantirebbe gli obiettivi di decarbonizzazione.

Come già abbiamo avuto modo di scrivere sul nostro giornale  nei mesi scorsi, il biometano può rappresentare una strada da percorrere verso la transizione ecologica, la promozione dell’economia circolare, la riduzione degli approvvigionamenti dall’ estero e la produzione interna. Per questo il Ministero per la Transizione Ecologica con un decreto apposito ha dato attuazione ad una delle misure del PNRR, in particolare la missione 2 “rivoluzione verde e transizione ecologica”, componente 2, ­investimento 1.4 “sviluppo del biometano secondo criteri per promuovere l’economia circolare” .

Gli obiettivi del PNRR in questo specifico investimento prevedono una riconversione in chiave agro ecologica, attraverso la produzione di biometano, il miglioramento dell’ efficienza degli impianti di biogas agricolo per riscaldamento e raffrescamento industriale e privato, il supporto alla realizzazione di nuovi impianti per la produzione di metano, la diffusione di pratiche ecologiche nella produzione del biogas, l’ impiego di fertilizzanti sintetici e l’ incremento della sostanza organica nei suoli, favoriscono il trattamento centralizzato del digestato e degli affluenti per la produzione di fertilizzanti organici, sostituiscono veicoli meccanici obsoleti con veicoli a biometano, migliorano l’efficienza nell’ utilizzo del calore e la riduzione delle emissioni di impianti agricoli di piccola taglia che non possono accedere alle misure di riconversione.

Sviluppo del biometano per il quale al Ministero per la Transizione Ecologica sono destinati poco meno di due milioni di euro, di cui circa 1 milione e 730 mila euro andranno a sostenere la realizzazione di impianti per la produzione di biometano, la riconversione e il miglioramento dell’efficienza degli impianti di biogas agricoli già esistenti per la produzione di biometano per il settore dei trasporti, quello industriale e il riscaldamento.

La misura contribuirà al raggiungimento degli obiettivi richiesti dal PNRR nello sviluppo della produzione di biometano, grazie alle componenti 4 e 5. Più in dettaglio i traguardi previsti prevedono per la componente 4 il raggiungimento della quota di 0, 6 miliardi di m3 inizialmente previsto il 30 dicembre 2022 prorogato al 31 dicembre, mentre per la componente 5, 2,3 miliardi di m3 entro il 30 giugno 2026.

Il decreto esplicita le disposizioni per gli incentivi al biometano immesso nella rete del gas naturale che rispettino i requisiti previsti dalla direttiva 2018/2001/UE da impianti ex novo da materiale agricolo o da rifiuti organici o da impianti per la produzione di elettricità da biogas agricolo in conversione. L’ erogazione degli incentivi è basata su un contributo in conto capitale del 40% sulle spese ammissibili, tra i quali costi di realizzazione ed efficientamento dell’ impianto, costi di connessione alla rete del gas naturale, spese di progettazione, direzione dei lavori, collaudo, consulenza, studio di fattibilità, costi per la fase di compostaggio del digestato  e una tariffa incentivante della durata di quindici anni dalla data di entrata in esercizio dell’ impianto, divisa in una tariffa omnicomprensiva destinata per gli impianti della capacità produttiva di 250 Smc/h o inferiore che immettono biometano in rete, e una tariffa premio, per impianti dalla capacità superiore a 250 Smc/h.

Il nuovo decreto sostituisce il precedente, quello del 2018 “promozione all’ uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti”, e va ad interessare impianti la cui entrata in esercizio inizialmente prevista per la fine di quest’anno è stata prorogata  al 31 dicembre 2023.

Per accedere agli incentivi previsti è necessario il possesso di determinati requisiti. Abilitazione alla costruzione e all’ esercizio dell’impianto; impianti che dovranno essere connessi alle reti di trasporto e distribuzione del gas necessitano del preventivo di allacciamento rilasciato dal gestore di rete e accettato dal soggetto richiedente; conformità del biometano ai criteri della direttiva EU 2018/2001 e il rispetto del principio di non arrecare un danno significativo all’ ambiente (principio del do not significant harm) e rispondano ai requisiti di sostenibilità. Tra questi, il fatto che l’impianto produca biometano ottenuto da materie prime destinate al settore dei trasporti garantendo così la riduzione del 65% dei gas serra e deve essere destinato ai trasporti a partire da materie prime impiegate per la produzione di biocarburanti avanzati , nel caso in cui l’ impianto produca biometano destinato ad altri usi e permetta di conseguire una riduzione dell’ 80% dei gas serra grazie all’ uso della biomassa. Per impianti agricoli in zone vulnerabili ai nitrati che abbiano un carico di azoto da produzione zootecnica non superiore a 120 kg/ha è richiesto l’ impiego di non meno del 40% in peso di effluenti zootecnici nel complessivo piano di alimentazione, devono essere previsti vasche di stoccaggio del digestato, dal volume parei alla produzione di un mese, coperte a tenuta di gas con sistemi di captazione e recupero del gas da reimpiegare per la produzione di energia elettrica, termica o biometano.

L’ accesso agli incentivi avviene in seguito a procedure pubbliche nelle quali sono messi a disposizione contingenti di capacità produttiva. Quest’ ultimi sono espressi in standard metri cubi ora, 257 mila in totale suddivisi in 67 mila per il 2022, 95 mila per il 2023 e il 2024. I progetti saranno oggetto della valutazione del GSE  (Gestore servizi energetici) che dalla chiusura delle singole procedure, pubblicherà la procedura degli ammessi.