Posizionato al centro dei Colli Albani, tra i Castelli Romani, il secondo villaggio più piccolo è Nemi, inerpicato su uno spuntone roccioso che pare spiccare il volo sul lago sottostante. È un luogo apprezzato dai turisti per il paesaggio, il clima, le tradizioni enogastronomiche e la famosa Sagra delle Fragole, organizzata in giugno. Nemi è stata fregiata della “bandiera arancione” dal Touring Club Italiano per l’ottima qualità dell’accoglienza e del soggiorno del turista. Il comune è interamente incluso nel perimetro del parco regionale dei Castelli Romani. La cittadina di Nemi ha visto soggiornare scrittori come Andersen, Goethe, Stendhal, Byron, d’Annunzio. E pare che il musicista Gounod prese ispirazione dal panorama notturno del lago di Nemi per comporre la sua celebre Ave Maria (e sulla chitarra aveva inciso la scritta “Nemi, 24 aprile 1862”)
Storia
Il territorio nemese apparteneva in età antica alla città latina di Aricia e qui si trovava il tempio di Diana Aricina o Nemorense, consacrato alla dea Diana. L’ubicazione di questo importante santuario è stata comunemente identificata fin dal Seicento presso le sponde settentrionali del lago di Nemi. Il tempio divenne il centro religioso della Lega Latina dopo la distruzione di Alba Longa alla metà del VI secolo a.C., e fu frequentato fino all’inizio del V secolo, con un periodo di grande ampliamento tra il II secolo a.C. ed il I secolo.
Il borgo cominciò ad esistere solo quando fu edificato il castello, attorno al IX secolo. La potente famiglia dei Conti di Tuscolo molto probabilmente si impadronì della comunità agricola residente nella valle del lago, come già controllava gran parte dell’Agro Romano e dei Colli Albani. I nuovi padroni fortificarono la zona più elevata, posizione forte e selvaggia che dominava tutto il lago ed era inattaccabile da tre lati, dando origine a quello che nei testi dell’epoca viene definito più volte “castrum Nemoris”, cioè letteralmente “la cittadella del bosco”. La popolazione di contadini e pescatori che viveva sparsa nella valle del lago trovò più sicuro avvicinarsi al fortilizio tuscolano, e costruì la parte più antica di Nemi, quella che oggi è detta “Pullarella”. Con la morte di Alessandro VI nel 1503 e la caduta dei Borgia, il feudo di Nemi tornò ai Colonna.
Dopo che nel 1566 subentrò nella proprietà Francesco Cenci, nel dicembre 1571 Marcantonio Colonna, fresco ammiraglio vincitore nella celebre battaglia di Lepanto, rinunciò al diritto di retrovendita su Nemi, perciò nel 1572 il feudo venne venduto infine a Muzio Frangipane. Nemi è stato a lungo uno dei paesi più appartati dei Castelli Romani: l’abbandono della via postale tra Roma e Napoli, che ricalcava grossomodo il tracciato dell’attuale Strada statale 217 Via dei Laghi, seguito alla riapertura della via Appia Nuova attorno al 1780 fece sentire le sue ripercussioni anche sul paese. Tuttavia, la posizione pittoresca del centro abitato con il suo lago ed i suoi boschi attirò numerosi visitatori stranieri del “Grand Tour”, come Barthold Georg Nieburg, Charles Gounod, Charles Didier, Massimo d’Azeglio, James Frazer.
Il fascismo fece capolino ai Castelli Romani il 27 aprile 1921, quando alcuni squadristi fecero un giro di propaganda a Frascati, Marino ed Albano Laziale. A Nemi i fascisti non ebbero vita facile, avversati dal Partito Popolare Italiano.
Cosa vedere
Da visitare il Palazzo o Castello Ruspoli, il cui corpo originario (con la torre cilindrica detta saracena e alta 40 metri) risale al IX-X secolo, il che ne fa il più antico castello della zona. Furono i Frangipane, dopo averlo acquisito nel 1572, a trasformare il castello in palazzo, da allora passato di mano a numerose famiglie nobiliari.
Salendo per i vicoli del paese si arriva alla grande chiesa parrocchiale cinquecentesca di Santa Maria del Pozzo, le cui origini risalgono al VII secolo, è una tra le più grandi e belle chiese dei Castelli Romani: a una navata, ospita un organo del 1847 proveniente dall’Ara Coeli in Roma e un trittico ligneo di Antoniazzo Romano (inizio ‘500), recentemente restaurato.
Appena fuori del paese c’è poi il Santuario del Santissimo Crocifisso, voluto nel Seicento dal marchese Mario Frangipane: contiene l’icona bizantina della Madonna di Versacarro e un Crocifisso ligneo, scolpito nel 1669 da fra Vincenzo Pietrosanti da Bassiano e cui volto è talmente realistico da giustificare la credenza per cui l’artista l’avrebbe trovato già scolpito, non realizzato da mano d’uomo.
Le Fragole
Ogni anno, fin dal 1922, la prima domenica di giugno va in scena nel borgo la Sagra delle Fragole (e delle fragoline di bosco). Il paese si riempie di fiori, e i turisti possono assaggiare gratuitamente i frutti coltivati lungo le rive del lago di Nemi, tra rievocazioni storiche e balli folcloristici. Cuore dell’evento, la sfilata delle “Fragolare”, le ragazze del borgo, che per l’occasione indossano l’antico costume della tradizione (gonna rossa, bustino nero, camicetta bianca e mandrucella di pizzo in testa).
Le fragoline di Nemi
Secondo la leggenda, queste fragoline di bosco nacquero dalle lacrime versate da Venere per la morte di Adone, poi trasformate in cuori rossi. Pare che queste fragole avessero dei poteri, come quello di allontanare i serpenti presenti nei boschi.
Come arrivare
IN AUTO
Percorrendo l’autostrada le uscite più vicine al centro di Nemi sono:
Uscita San Cesareo (A1 dir diramazione Roma Sud)
Uscita Monte Porzio Catone (A1 dir diramazione Roma Sud)
Uscita Valmontone (A1 Milano-Napoli)
Uscita Ponte Nona (A24 Roma-Teramo)
IN TRENO
Stazione di Albano Laziale
Stazione di Lanuvio
Stazione di Roma Ostiense
Stazione di Roma Tiburtina
IN AEREO
Aeroporto di Roma-Ciampino
Aeroporto di Roma-Fiumicino
Riferimenti
https://comunedinemi.rm.it/home
https://www.e-borghi.com/it/borgo/Roma/388/nemi
https://www.lazionascosto.it/borghi-piu-belli-del-lazio/nemi/
https://www.bandierearancioni.it/approfondimento/che-cosa-vedere-nemi