Nel regno animale, l’istinto alla riproduzione è primario e innato come quello alimentare, ma, nel caso dei quoll, Dasyurus hallucatus, la loro strategia di conservazione della specie, abbastanza singolare, sta scatenando esattamente l’effetto opposto, addirittura portandoli all’estinzione.
Endemici di Australia e Nuova Guinea, cugini del diavolo della Tasmania, i quoll sono lunghi fra i 25 e i 75 centimetri, si sono adattati per vivere sia nelle foreste sia nelle vallate aperte. Hanno delle creste sulle piante dei piedi e hanno sviluppato notevoli abilità arboricole.
Fra le loro caratteristiche, una li rende unici nel mondo dei marsupiali carnivori: la semelparità, ovvero una strategia di riproduzione che prevede l’investimento di smisurate quantità di risorse in una singola stagione riproduttiva, che può risolversi con il decesso dell’animale stesso.
Gli esemplari femminili hanno un’aspettativa di vita di circa quattro anni, mentre i maschi difficilmente riescono a superare il primo anno di vita, proprio perché dedicano la maggior parte delle energie alla riproduzione senza dormire e riposare.
Il loro organismo potrebbe farli vivere più a lungo, ma la rinuncia a una pausa li conduce, stremati, all’inevitabile morte prematura.
La mancanza di riposo
Lo studio che ha portato a queste conclusioni è stato pubblicato sulla rivista scientifica Royal Society Open Science, condotto dagli scienziati dell’Università australiana della Sunshine Coast e dell’Università del Queensland, a Brisbane, in Australia.
Il gruppo di ricerca, composto da Joshua Gaschk, Kaylah Del Simone, Robbie Wilson e Christofer Clemente, ha seguito il movimento, le distanze percorse e i livelli di attività di ben 13 esemplari (sei femmine e sette maschi) di Groote Eylandt al largo della costa del Territorio del Nord, in Australia, muniti di accelerometri. Grazie a un algoritmo di apprendimento automatico, istruito su 76 ore di filmati registrati, i ricercatori sono stati in grado di progettare un modello per effettuare delle previsioni sul comportamento degli animali. In questo modo, la struttura è stata in grado di preannunciare le iniziative degli esemplari con una precisione maggiore del 97 per cento e un’accuratezza superiore al 99 per cento.
Alcuni quoll hanno percorso distanze di circa 10 chilometri in un solo giorno, presumibilmente alla ricerca di habitat abitati da potenziali partner.
“I quoll differivano significativamente in numerosi aspetti del loro comportamento in base al genere sessuale, con i maschi associati a una maggiore attività complessiva rispetto alle controparti femminili. I modelli di spostamento inoltre supportano le teorie secondo cui i maschi rinunciano al riposo per viaggiare per periodi di tempo più lunghi e incrementare le probabilità di copulare. I quoll riuscivano a coprire grandi distanze per accoppiarsi la loro volontà era talmente robusta che rinunciavano a dormire per dedicare più tempo alla ricerca di una partner. La mancanza di sonno può infatti essere letale, ma la curiosità è che queste privazioni sono state osservate solamente negli esemplari maschili”, dichiarano gli studiosi.
Effetti indesiderati dell’irrefrenabile istinto
Quello dunque, che li spinge ad accoppiarsi di continuo fino alla morte è l’incredibile picco di testosterone che si registra nel mese di luglio. Ma se da un lato questa carica potrebbe portare effetti benefici, dall’altra parte causa una vera e propria catastrofe.
La carenza di sonno che è stata osservata solamente negli esemplari maschi genera delle conseguenze.
La privazione provoca perdita di peso corporeo, un incremento dell’aggressività e un atteggiamento decisamente meno prudente in risposta a situazioni potenzialmente pericolose.
Ma non sono solo questi effetti negativi a preoccupare gli autori della ricerca. La condizione generale di questi animali registra infatti peggioramenti anche sul versante delle malattie: “Abbiamo osservato notevoli rischi per la salute e maggiori probabilità di sviluppare infezioni parassitarie, probabilmente perché in questi periodi i quoll dedicano meno tempo anche alla pulizia e all’igiene personale”, sostengono gli esperti.