Per l’OCSE, la catastrofe del Covid-19 si è determinata per tre ragioni.
La prima è stata costituita dall’impreparazione dei sistemi sanitari: nel 2019 la spesa per la prevenzione rappresentava solo il 2,7% della spesa sanitaria totale nei Paesi OCSE.
Il 35% della popolazione di età superiore ai 16 anni aveva malattie croniche di lunga data o problemi di salute prima della pandemia e il dato era ancora più alto tra le persone con redditi più bassi (43%). Povertà, disoccupazione e svantaggio socioeconomico erano fortemente associati a scarsi risultati di salute: nel primo anno della pandemia, il rischio relativo di morte è raddoppiato per coloro che vivevano nelle aree socialmente più svantaggiate e per le minoranze etniche.
La seconda ragione riguarda il fatto che i sistemi sanitari scontavano la mancanza di personale: nel solo 2020 sono state effettuate 11 milioni di prestazioni in meno rispetto al 2019, provocando un enorme arretrato assistenziale.
La terza ragione è costituita dagli investimenti insufficienti degli anni precedenti la pandemia.
Il rapporto sottolinea che per rafforzare la resilienza dei sistemi sanitari è necessario un investimento annuo mirato di almeno l’1,4% del PIL: l’investimento principale, circa la metà, dovrebbe riguardare il personale sanitario. Questo aumento equivale al 9% della spesa sanitaria totale dei paesi dell’OCSE: 627 miliardi di dollari (USD 460 pro capite). In valori assoluti per l’Italia vorrebbe dire un’iniezione di liquidità nel sistema sanitario pari a circa 25 miliardi l’anno, prendendo a riferimento il Pil 2021. Circa la metà di questa liquidità dovrebbe riguardare il reclutamento di nuovo personale sanitario; la parte restante dovrebbe essere impiegata per incrementare le azioni e le iniziative di prevenzione primaria e secondaria, vaccinazioni comprese, per migliorare le dotazioni strutturali e tecnologiche e i sistemi di raccolta dati e monitoraggio dei sistemi sanitari.
Il rapporto propone “sei raccomandazioni politiche” per migliorare la resilienza del sistema sanitario. Nell’ordine:
- Promuovere stili di vita più sani e un forte sistema di cure primarie che offra una copertura sanitaria universale aiuta a migliorare la salute prima di una crisi.
- Promuovere la permanenza e il reclutamento della forza lavoro: la pandemia, a parere dell’OCSE, ha anche evidenziato l’importanza di valorizzare i lavoratori in prima linea, in particolare infermieri e operatori sanitari, per rivitalizzare i sistemi sanitari.
- Promuovere la raccolta e l’utilizzo dei dati: prima della pandemia, l’infrastruttura digitale era frammentata. Secondo un’indagine effettuata dall’Ocse (l’Italia non è compresa), solo 14 paesi dell’OCSE sono stati in grado di collegare i dati tra più contesti all’interno dell’assistenza sanitaria. Le informazioni chiave per la gestione del sistema sanitario non erano disponibili in tempo reale e solo due paesi hanno segnalato la disponibilità di dati settimanali sulla mortalità prima della pandemia.
- Promuovere la cooperazione internazionale: a una crisi, dice l’OCSE, si risponde meglio insieme che da soli. Dare priorità all’innovazione attraverso il sostegno pubblico alla ricerca e allo sviluppo ed esplorare nuovi incentivi aiuterebbe a preparare la comunità globale a una serie di minacce, come la resistenza antimicrobica, i cambiamenti climatici e le pandemie.
- Promuovere la resilienza della catena di approvvigionamento: per l’OCSE, la fornitura di prodotti medici ha ostacolato la risposta iniziale alla pandemia. Quasi tutti i paesi OCSE hanno segnalato difficoltà nell’ottenere dispositivi di protezione individuale (92%), nonché materiali di prova (83%) e ventilatori (68%). La cooperazione internazionale per lo stoccaggio e la distribuzione dei prodotti più carenti promuoverebbe risposte più eque ed efficaci. Per quelle tecnologie che sono utili in caso di crisi, la garanzia dell’esistenza di una capacità produttiva sufficiente dovrebbe essere combinata con l’impegno dei fornitori per garantire l’accesso dove la necessità è maggiore.
- Promuovere la governance e la fiducia: Le strutture di governance devono riflettere la realtà che l’intera società è coinvolta nell’affrontare grandi shock. A parere dell’OCSE, esistono interdipendenze tra il settore sanitario e il resto della società.
Approfondimento: www.oecd.org/health/ready-for-the-next-crisis-investing-in-health-system-resilience