Ormai siamo arrivati al punto di non ritorno. La natura, gli animali, tutto ciò che ci circonda si sta rovinando per mano dell’uomo.
Sembra quasi che gli uomini abbiano deciso di voler restare gli unici sul pianeta, ma non si sono resi conto che ogni singolo elemento è prezioso per la loro sopravvivenza: l’acqua, l’aria, le piante e sì anche gli animali.
La biodiversità rafforza la produttività di ogni ecosistema, qualsiasi esso sia, e ciascuna specie, poco importa se piccola o grande, riveste e svolge un ruolo caratteristico nell’ambiente in cui vive e proprio in virtù del suo ruolo lo supporta per mantenere i giusti equilibri vitali.
Capite bene che dunque, una diminuzione della biodiversità avrebbe un grave impatto per la stabilità dell’habitat.
A chi è toccato questa volta?
È il turno dei rinoceronti e la causa è il bracconaggio.
Iniziato in epoca imperialista, alla fine dell’800, riempie pian piano le case di trofei delle conquiste della grande sottomissione della natura. Come ricordo delle battute di caccia venivano anche scattate delle foto, ed è proprio con queste, la maggior parte dell’archivio del Rhino Resource Centre che vanno dal 1886 al 2018 ,che i ricercatori dell’Università di Cambridge e dell’Università di Helsinki hanno effettuato uno studio pubblicato sulla rivista People and Nature nel quale hanno constatato come sia cambiata la grandezza dei corni dei rinoceronti.
Sono state centinaia le fotografie esaminate, tutte mostrano rinoceronti uccisi da cacciatori e risalgono proprio a quel periodo, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Fra queste persino una fotografia del presidente americano Theodore Roosevelt, scattata nel 1911, immortalato in piedi su un rinoceronte nero che aveva appena cacciato.
Oggi il bracconaggio, nonostante leggi serrate che ne impediscono la pratica, è sfortunatamente ancora diffuso. Lo scenario è piuttosto critico, il rinoceronte bianco, più numeroso in Africa, fra il 2012 e il 2017 è passato da 21.300 a 18.000 individui circa.
Oggi questi animali vengono uccisi principalmente per i loro corni formati da cheratina, la stessa sostanza che costituisce i nostri capelli e le nostre unghie. Non è assolutamente un materiale raro o particolare, e i preparati realizzati con la loro polvere non hanno né potere afrodisiaco né terapeutico, cosa che invece la medicina tradizionale cinese e vietnamita continua ad attribuirgli e che ne provoca un prezzo folle al mercato nero.
Lo studio ha sottolineato la riduzione del corno dei rinoceronti
Attraverso l’analisi di molteplici immagini e fotografie raccolte, i ricercatori hanno effettuato per la prima volta delle misurazioni delle corna dei rinoceronti.
Oscar Wilson, zoologo dell’Università, ha affermato: “Eravamo molto eccitati di aver trovato le prove della riduzione delle corna nelle fotografie. Sono probabilmente tra gli animali più difficili su cui lavorare, per via delle preoccupazioni legate alla loro sicurezza”.
La tendenza sembra essere la medesima per tutte e cinque le specie, ovvero una riduzione drastica della grandezza in quello bianco, in quello nero, nell’Indiano, in quello di Java e in quello di Sumatra.
Il nostro corpo cambia nell’arco di pochi anni, lo sappiamo. Lo sviluppo nelle varie fasi della vita è un processo naturale che avviene più o meno rapidamente nelle diverse specie.
A volte, la mano dell’uomo li velocizza, li stravolge e, quando questi mutamenti evolutivi avvengono in così poco tempo, il risultato spaventa.
La caccia, infatti, non solo ha causato un declino nelle popolazioni di rinoceronti, ma dal momento che le principali vittime erano gli animali con i corni più grandi e pertanto più remunerativi, quelli che restavano in vita erano rinoceronti con corni piccoli. Questi animali hanno tramandato il loro corredo genetico alle generazioni successive e la loro prole, dunque, spesso mostrava proprio corni di dimensioni inferiori.
L’influenza umana ha un enorme potere sull’ambiente e, volente o nolente, causa selezione artificiale ovunque operi.
L’enorme pressione applicata sui rinoceronti ha fatto sì che questi perdessero un prezioso strumento per la difesa personale dai predatori e per la loro quotidiana attività da erbivori.
“I rinoceronti si sono evoluti con le loro corna per una ragione. Specie diverse gli utilizzano per scopi diversi. Per alcuni sono utili per cibarsi, altri li usano per difendersi. Perciò crediamo che la riduzione delle corna possa minacciare la loro sopravvivenza”, ha aggiunto Wilson.