San Felice Circeo è un piccolo borgo dell’Agro Pontino, racchiuso ancora nella sua cinta muraria, dalle origini antichissime, si trova sull’omonimo monte, il monte Circeo, un piccolo promontorio che si leva nelle acque del Tirreno. Siamo nel Lazio, al centro del promontorio più significativo della provincia di Latina. È uno dei classici borghi marinari con scorci mozzafiato e dal profumo mediterraneo che si respira tra i suoi vicoli di casette bianche. Ma quello mediterraneo, non è certo l’unico profumo. Tra le strade di San Felice Circeo aleggia anche un profumo di mistero, di mito e di leggenda, che non possono non far venire in mente Ulisse. La leggenda racconta che proprio qui, in questa terra, Ulisse fu sedotto dalla Maga Circe che si divertiva con i suoi incantesimi.
San Felice Circeo si trova sull’omonimo monte, il monte Circeo, un piccolo promontorio che si leva nelle acque del Tirreno. Siamo nel Lazio, al centro del promontorio più significativo della provincia di Latina, da cui dista solo 20 km e merita sicuramente una visita, soprattutto se ci si trova nella zona agro-pontina.
Storia
Il promontorio sin da tempi antichissimi (il primo a parlarne è il poeta Esiodo nel VII secolo a.C.) è stato identificato con l’Isola Eea, luogo dove Omero, nel decimo canto del poema dell’”Odissea”, colloca la dimora della Maga Circe, ammaliatrice che ruba il cuore di Ulisse e tramuta in porci i suoi compagni. In realtà il legame di Circe con il promontorio non è di natura puramente leggendaria, ma fonti storiche narrano della presenza nell’antica Circei di un culto dedicato alla dea, alla quale probabilmente era intitolato il tempio collocato sulla vetta più alta del Monte Circeo. L’esistenza di San Felice Circeo, tuttavia, è attestata da tempi ancor più remoti, il promontorio infatti è stato testimone dell’evoluzione della specie umana, avendo ospitato Neanderthal e Sapiens, che hanno lasciato diverse tracce del loro passaggio, la più importante delle quali un cranio di Homo Neanderthalensis risalente a circa 50.000 anni fa, rinvenuto presso Grotta Guattari.
Il borgo antico di San Felice Circeo, situato a circa 100 m. s.l.m., reca nei suoi edifici i segni del suo glorioso passato di colonia latina, rocca templare e luogo di residenza di nobili casate.
Preistoria
San Felice Circeo deve molto al professore Alberto Carlo Blanc che, a partire dal 1936, iniziò delle ricerche paleontologiche intorno al promontorio. Il promontorio del Circeo è caratterizzato dalla presenza di numerose grotte sul suo versante meridionale. Ed è proprio nelle grotte e nei ripari che il professor Blanc concentrò le sue ricerche. Le sue convinzioni lo portarono a scoprire nel 1939 la grotta Guattari. L’accesso era ostruito da frane antichissime. Una volta penetrato all’interno della grotta il professor Blanc scoprì di essere in un ambiente che aveva ospitato l’uomo di Neanderthal. Trovò una corona di pietre al centro della quale vi era il cranio di un individuo neanderthaliano. Nella grotta inoltre c’era una fitta presenza di ossa fossili di rinoceronte, bue, cavallo e cervo e di pietre di media dimensione usate come arnesi.
Storia antica
L’epoca pre-romana
A partire dalla metà del 3000 a.C. tutto il Lazio era abitato da popolazioni protolatine. Vivevano di pastorizia e di agricoltura, in villaggi fatti di capanne e successivamente in fortezze costruite su alture. Intorno al 1000 a.C. arrivarono altre popolazioni italiche quali Sabini ed Etruschi. Con queste ondate tutto il Lazio venne abitato: sui monti che delimitano le Paludi Pontine si stabilirono gli Ausoni-Opici. In tutta la zona erano presenti gli Etruschi che fondarono Terracina e Velletri. Dopo la caduta degli Etruschi arrivò l’ondata dei Volsci che occuparono Circei e Terracina spingendosi fino a Roma. I Greci iniziarono a narrare e a riportare varie leggende legate al Circeo e a Ulisse, Circe e i loro figli. La fama del Circeo presso i Greci in quest’epoca antichissima fa pensare che evidentemente il Circeo fiorì commercialmente molto prima di altre città del Lazio.
La colonia romana, i Volsci, la colonia latina e le battaglie contro Roma
Al Circeo vennero costituite due colonie a distanza di un secolo l’una dall’altra, riferiscono gli storici romani Tito Livio, Dionisio d’Alicarnasso e Diodoro Siculo.
Il Medioevo
La storia del Circeo presenta un ampio buco temporale che va dalla caduta dell’Impero Romano fino all’anno mille. Sono gli anni delle invasioni barbariche e non è da escludere che gli abitanti della colonia abbiano subito violenze e devastazioni, prima con Alarico e poi con Genserico. Purtroppo, non vi sono documenti ufficiali che attestino il passaggio di queste popolazioni barbare al Circeo ma è tutto molto verosimile poiché comunque attaccarono le città situate lungo la Via Appia. Sicuramente Circei venne distrutta nel IX secolo dalle invasioni saracene. Nella prima metà dell’anno 800 infatti la costa italiana, dalla Sicilia alle foci del Tevere, venne attaccata e saccheggiata da navi arabe che partivano dalla Tunisia. Nell’829 Circei conobbe una prima devastazione e i pochi abitanti sopravvissuti si rifugiarono a Terracina. Tutto il secolo fu segnato da battaglie navali fra Saraceni e Stato Pontificio con le vittorie delle flotte papali nella seconda metà del secolo, quando papa Giovanni VIII sconfisse 18 navi nemiche. I pochi fuggiaschi saraceni si rifugiarono nei boschi del Circeo. Nel momento della vittoria però le città marinare di Gaeta, Salerno, Amalfi firmarono la pace con i Saraceni che rimasero presso il Garigliano per trenta anni. In questi trenta anni i paesi costieri del Lazio meridionale vennero saccheggiati e rasi al suolo. Circei ebbe la stessa sorte di molti altri paesi: l’annientamento totale. L’antica colonia era sparita e da quel momento in poi il centro abitato cambiò nome in Rocca Circei, Rocca Circea, Rocca de Circeio, Castrum Sancti Felicis, Locus Sancti Felici.
I Templari al Circeo e la fine del XIII secolo
Nel 1239, in un periodo di aspre lotte fra il papa Gregorio IX e Federico II, il Pontefice ordinò ai Cavalieri Templari di impossessarsi della Rocca Circea. L’Imperatore infatti aveva intenzione di attaccare da sud lo Stato Pontificio. I Templari già erano in possesso della chiesa di S. Maria della Sorresca ma solo nel 1239 il Papa ordinò di riattivare e di fortificare la Rocca Circea. È in questo periodo che la Rocca cambiò nome in Castrum Sancti Felicis. Oggi nel centro storico di S. Felice Circeo è possibile ancora osservare i luoghi costruiti e abitati dai Templari che eressero un convento e la torre che oggi domina la piazza centrale. Nel 1259 il Castrum Sancti Felicis venne dato a un nuovo signore: Giordano Pironti-Conti. Lui e i suoi discendenti governarono il paese fino alla fine del secolo, quando per occupazione violenta passò sotto la guida della famiglia Annibaldi di Roma.
Dal 1300 al 1492: l’avvento dei Caetani
Il 1301 è una data molto importante nella storia del Circeo: gli Annibaldi, infatti, cedettero tutto il Castrum Sancti Felicis a Pietro Caetani. Il regno della famiglia Caetani sarà lunghissimo: più di 400 anni. La famiglia Caetani divenne potentissima in seguito alla consacrazione a papa di un membro della famiglia, Benedetto, che prenderà il nome di Bonifacio VIII. La Chiesa per qualche anno governò nel territorio di S. Felice che nel 1411 passò di nuovo in mano ai Caetani. Nel 1482 il Circeo venne occupato da Alfonso, duca di Calabria, che era in guerra contro Sisto IV e nel 1495 dalle milizie francesi di Carlo VIII. Dopodiché passò sotto il dominio dello Stato Pontificio.
Storia moderna
Durante il periodo napoleonico al promontorio viene riaffidato il compito di baluardo per la difesa costiera. L’arrivo delle truppe francesi comportò la costruzione delle due batterie di Torre Cervia e di Torre Moresca (quest’ultima ancora osservabile) e la sistemazione di un telegrafo nella zona dell’Acropoli. Nel 1814 Gioacchino Murat, governatore nel regno di Napoli, abbandonò Napoleone e iniziò una marcia verso lo Stato Pontificio. Il generale francese filo-napoleonico che reggeva le truppe al Circeo si ritrovò contro le truppe napoletane che nel frattempo si appostarono nella zona dell’Acropoli. A quel punto, sotto la pressione sia delle truppe ma anche della popolazione, le truppe francesi si ritirarono senza ingaggiare battaglia.
Cosa Vedere
La Torre dei Templari, nella piazza principale del borgo antico (Piazza Vittorio Veneto), conserva sulla sua facciata ancora funzionante un orologio a sei ore (l’antico sistema orario detto “all’italiana”), che vi fu fatto apporre dal Principe Stanisalo Poniatowski nel XIX secolo.
La Torre dei Templari ospita la Mostra permanente Homo Sapiens ed Habitat, nelle cui sale sono illustrati gli eventi naturali, biologici e culturali più significativi dell’Era del Quaternario, con particolare riguardo al patrimonio del Circeo e alla regione pontina.
Gioielli dell’arte del Novecento impreziosiscono le stanze della Torre dei Templari, dove è esposta la collezione di dipinti, sculture, libri e oggetti vari, appartenuta alla diva dei telefoni bianchi Elsa De Giorgi, animatrice di uno dei salotti culturali più vivaci della Roma degli anni Sessanta.
Il Giardino panoramico di Vigna La Corte offre un’incomparabile vista sul mare e sulla costa di San Felice Circeo e della Riviera d’Ulisse e da esso è possibile ammirare dall’alto il sito archeologico romano della Villa dei Quattro Venti (II-I sec.a.C.).
La Porta del Parco, da anni sede dell’Ufficio informazioni turistiche, è composta, oltre all’area accoglienza al turista, da un secondo ambiente, che secondo alcune interpretazioni era adibito a cappella dei Cavalieri Templari. Sul suo muro di fondo inoltre è visibile una preesistenza romana, di cui rimane traccia nel paramento murario in opera incerta.
La Porta del Parco conserva al suo interno reperti appartenenti a diverse epoche, da quella romana (tra cui iscrizioni, capitelli ecc) al XVIII secolo (di cui sono presenti armi), ma la presenza più importante è costituita dalla testa marmorea attribuita a Circe (forse di età imperiale), rinvenuta nei pressi del tempio che a lei sarebbe dedicato sulla vetta del Monte Circeo.
La Chiesa della Beata Vergine della Pietà (detta della “Madonnella”), subito fuori le mura del centro storico, presenta affreschi absidali di grande interesse, risultato di stratificazioni di epoche diverse, dal Medioevo al XVI secolo.
La fioritura dei ciclamini nel periodo primaverile (il Cyclmen repandum) e nel periodo autunnale (il Cyclamen hederifolium), con il suo caratteristico manto dalle diverse gradazioni di viola, è tra gli spettacoli che la natura del promontorio può regalare a coloro che ne percorrono i sentieri.
Nelle immediate vicinanze del centro storico, è possibile raggiungere il Quarto Caldo (il versante Sud del promontorio, esposto al sole) del promontorio, dal quale si accede alla zona delle grotte (molte delle quali di importanza preistorica) e del suggestivo Faro di Capo Circeo.
Fuori le mura del centro storico si imbocca la strada che porta ad una delle vette del Monte Circeo, Punta delle Crocette, dove sono ancora visibili i resti dell’Acropoli Circeii, datata tra VI e IV secolo a.C.
Le grotte
Altre meraviglie naturali di questo territorio in mare: le grotte di San Felice Circeo.
Diverse se ne trovano in questa zona, conosciute non solo per le proprie bellezze naturali, ma anche per i ritrovamenti archeologici. Segnaliamo la grotta Guttari (dove è stato rinvenuto un cranio umano di 50.000 anni), la grotta delle Capre (una delle più suggestive) e la grotta della Maga Circe, visitabile solo via mare.
Parco Nazionale del Circeo
San Felice Circeo, come tutto il promontorio, è inserito all’interno del Parco Nazionale del Circeo, uno dei parchi più eterogenei che abbiamo in Italia e che conserva intatte quattro riserve naturali, dune, flora e fauna dal carattere tipicamente mediterraneo. Sono tante le attività e gli eventi che si svolgono all’interno del parco. Sentieri da percorrere, attività di trekking, canoa, visite guidate, percorsi a tema e tanto altro. Pertanto, consigliamo sicuramente una visita a tutti gli amanti della natura.
Come arrivare
In auto
da Roma percorrendo la SS 148 Pontina per Latina e la successiva variante SS 148 Mediana per Terracina direzione Napoli con deviazione al bivio per Sabaudia sulla SP Migliara 53 che attraversa la Foresta del Parco sino al centro abitato di Sabaudia dov’è ubicato il principale Centro Visitatori del Parco Nazionale del Circeo;
da Napoli percorrendo la SS 7 Appia sino a Formia/Gaeta e poi la Via Flacca sino a Terracina da dove si imbocca la SS 148 Mediana (tratta Terracina-Latina della SS 148 Pontina) con deviazione al bivio per Sabaudia sulla SP Migliara 53 che attraversa la Foresta del Parco sino al centro abitato di Sabaudia dov’è ubicato il principale Centro Visitatori del Parco Nazionale del Circeo;
da Nord o Sud utilizzando l’Autostrada A2 Direzione Napoli o Roma con uscita al casello di Frosinone e percorrendo poi la SS 156 Monti Lepini direzione Latina sino al bivio per Priverno da dove con la SP Marittima si raggiunge, seguendo le indicazioni per Sabaudia ed attraversando la SS 7 Appia, la SP Migliara 53 che, dopo l’incrocio con la SS 148 Mediana (tratta Latina-Terracina della SS 148 Pontina), attraversa la Foresta del Parco sino a giungere al centro abitato di Sabaudia dov’è ubicato il principale Centro Visitatori del Parco Nazionale del Circeo.
In treno
Attraverso la linea Roma-Napoli via Formia utilizzando i treni che fermano alla Stazione FS di Priverno-Fossanova da dove partono bus di linea CO.TRA.L per Sabaudia.
In autobus
Dal Terminal CO.TRA.L. Metro/Bus Eur Fermi di Roma utilizzando i collegamenti di linea, diretti o con cambio a Latina, per il bus terminal di Sabaudia, raggiungendo poi il Centro Visitatori del Parco, ubicato a circa 1 km. I bus CO.TRA.L. che proseguono per San Felice Circeo o Terracina per Via Carlo Alberto o gli autobus urbani di linea che percorrono la stessa Via hanno fermata a richiesta presso l’ingresso del Centro Visitatori
Riferimenti
www.parcocirceo.it
www.comune.sanfelicecirceo.lt
borghipiubelliditalia.it/san-felice-circeo