Affascinati dal Medioevo e forse con ancora negli occhi i vivi colori di Siena (che abbiamo di recente raccontato), ci dirigiamo verso un’altra perla dell’“età di mezzo”, ospitata nella Val d’Elsa: San Gimignano.
Terra di Etruschi e di insediamenti romani a presidio delle vie di comunicazione tra l’entroterra e la costa, San Gimignano viene menzionata poco dopo il 900, sorta probabilmente in relazione alla via Francigena, la via dei pellegrini in cammino verso Roma, che attraversava il centro cittadino.
Una volta sistemata la macchina in uno dei parcheggi che cingono l’abitato si può iniziare la visita dall’antica Porta S.Giovanni, passata la quale si imbocca un rettilineo capace di immergerci sin da subito tra il XII e XIII secolo, punteggiato di palazzi duecenteschi ornati di eleganti bifore che si alternano alle prime torri del percorso, compagne di viaggio per tutta la nostra esplorazione tra i vicoli del paese.
Vero antipasto di ciò che ci attende nella piazza principale, Piazza della Cisterna, alla quale si arriva al termine del rettilineo e che prende il nome dal pozzo ottagonale posto nel centro.
Voluta da Guccio dei Malavolti, podestà nel 1346 e il cui stemma si può ammirare scolpito sulla pietra del pozzo, la cisterna domina la piazza, vero cuore commerciale del borgo, perché su di essa si affacciavano le botteghe ed era sede di mercato e giostre comunali. Da non perdere sono la torre dei Pucci, l’Albergo della Cisterna, il palazzo Ridolfi, le torri e le case dei Becci e Cugnanesi, il palazzo Pellari e il palazzo Ardinghelli con le due torri. Sulla piazza si affaccia anche la famosa Torre del Diavolo.
Le torri di San Gimignano nel periodo di massimo splendore arrivavano a 72, una per ogni famiglia della città e gareggiavano per mole ed altezza, tanto che nel 1255 un regolamento comunale impediva alle famiglie della città di erigere torri più alte dei 51 metri della “Rognosa”, la torre del Palazzo Comunale, che oltre ad essere la più imponente era anche la più antica.
Oggi ne sono rimaste in piedi 13 (molte torri o vennero distrutte nelle lotte tra famiglie oppure crollarono per incuria nei secoli) e sicuramente, assieme a quella menzionate prima degna di nota è la “Torre Grossa”, che con i suoi 54 metri di altezza domina piazza del Duomo, accanto al Palazzo del Podestà.
Dotandosi di calzature sportive e buona aria nei polmoni, la vista che si gode sulla cime ripaga appieno la fatica della salita: vigneti e colline a perdita d’occhio fanno comprendere appieno il miracolo della Toscana, terra nella quale l’opera dell’uomo nella pietra si fonde col paesaggio naturale.
Il Duomo ospita al proprio interno un ciclo di affreschi che merita di essere osservato con attenzione: dal “Giudizio Universale” di Taddeo di Bartolo alle Storie dell’Antico e del Nuovo Testamento sulla navata centrale, vero compendio di pittura trecentesca.
Spicca all’interno della struttura religiosa per bellezza e drammaticità del racconto la “Cappella di Santa Fina”, famosa per il ciclo di affreschi firmato da Domenico Ghirlandaio nel 1475 che raccontano la vita della Santa, bambina di San Gimignano che colpita da grave malattia all’età di 10 anni, preferì ad un comodo giaciglio stare sdraiata su di una tavola di quercia, distesa per terra alla mercé degli animali…
Alla sua morte però si dice che tutte le campane cittadine vennero suonate direttamente dagli angeli generando, è proprio il caso di dire, una musica celestiale.
Usciti dal Duomo, potete ammirare lo splendido palazzo del Podestà, sede dell’autorità cittadina in epoca medievale, che attualmente ospita il Museo Civico.
Colpiscono gli affreschi del Sodoma e “La Maestà” di Lippo Memmi, una spettacolare Madonna in trono con bambino affrescata nella sala del Consiglio, vicino alla Pinacoteca nella quale perdersi ammirando le opere di Pinturicchio, Benozzo Gozzoli, Filippino Lippi assieme a tanti altri maestri.
San Gimignano avvolge con il rosso dei suoi mattoni ed il bianco dei marmi, vero spettacolo per gli occhi, ma è capace di coinvolgere il visitatore anche con i mille profumi che fuoriescono dai negozi che vendono le specialità locali, formaggi, salumi e l’immancabile rosso nettare del Chianti che accompagna ogni pasto, sia esso frugale tra una chiesa e una torre, sia celebrato con i tempi giusti in una delle tante osterie cittadine.
San Gimignano rapisce il cuore e mantiene la promessa che stringe con il turista non appena questi la intravede all’orizzonte con la sua corona di torri: nobile e antica, sarà di sicuro uno dei ricordi più vivi da portare con sé di ritorno da una vacanza in Toscana.