SULLE SPIAGGE ITALIANE 961 RIFIUTI OGNI 100 METRI

I risultati dell’indagine Beach Litter 2023 svolta da Legambiente su 38 lidi di 15 Regioni italiane denunciano comportamenti e abitudini che minacciano l’intero ecosistema.

AMBIENTE
Maria Carla Ottaiano
SULLE SPIAGGE ITALIANE 961 RIFIUTI OGNI 100 METRI

I risultati dell’indagine Beach Litter 2023 svolta da Legambiente su 38 lidi di 15 Regioni italiane denunciano comportamenti e abitudini che minacciano l’intero ecosistema.

Plastica in pole position – sebbene in diminuzione di circa 10 punti percentuali rispetto allo scorso anno -, mozziconi di sigaretta, assorbenti, cotton-fioc, materiali di scarto edile, vetro, tessuti: sono queste, tra le altre, le tipologie di rifiuti in cui rischiamo di imbatterci passeggiando lungo i nostri litorali e quel che è peggio, è che ogni 100 metri se ne possono trovare in media ben 961.

Sono questi i risultati di Beach Litter 2023 l’annuale rilevamento dei rifiuti accumulati sulle nostre spiagge effettuato da Legambiente nell’ambito dell’iniziativa Marine Litter Watch dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, cui diverse associazioni comunicano i dati raccolti, con l’obiettivo di creare uno dei più ampi database sui rifiuti spiaggiati costruiti dai volontari a livello europeo.

L’indagine svolta da Legambiente si è concentrata su 38 lidi di 15 Regioni (Liguria, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Calabria, Sicilia, Sardegna): un totale di 232.800 mq di area campionata sulla quale le volontarie e i volontari dell’associazione hanno contato 36.543 rifiuti, tutti classificati.

Ebbene, se al primo posto della top ten resta incontrastata la plastica (72,5%) quest’anno a posizionarsi al secondo posto (9,2%), con un’impennata rispetto al passato, sono i rifiuti di vetro e ceramica per lo più provenienti dagli scarti di materiale da costruzione illegalmente smaltito (5,8% tra tegole, piastrelle, mattoni ecc.) sui nostri litorali, seguiti da metalli (6,8%) e carta (3,9%). Legno, tessuti, gomma, bioplastiche, rifiuti da cibo e sostanze chimiche compongono la parte bassa della classifica Legambiente.

Analizzando ancora più a fondo i rifiuti raccolti e catalogandoli per tipologia, al primo posto troviamo i frammenti di plastica (tra 2,5 cm e 50cm) con il 10,9% sul totale; seguiti da tappi e coperchi con l’8,6% sul totale e mozziconi di sigarette, al 6%. Al quinto posto, ci sono i cotton fioc in plastica (4% del totale). Il sesto posto, con il 3,9 % del totale, se lo aggiudicano i frammenti di polistirolo (tra 2,5 cm e 50 cm) e, il settimo, le bottiglie e contenitori per bevande. In coda alla classifica, rispettivamente all’ottavo e decimo posto, con il 3,1% e 3 % altri oggetti di plastica e le bottiglie di vetro (e pezzi di bottiglie di vetro) quest’ultime posizionate al pari del materiale di costruzione, new entry nella top ten rifiuti spiaggiati.

Tutti i rifiuti sopraelencati, dispersi in mare o lungo le coste, vanno a formare il cosiddetto marine litter, ovvero la spazzatura marina il cui accumulo rappresenta un grave pregiudizio per l’ambiente, a cominciare dagli ecosistemi oceanici con conseguente ripercussioni sulla fauna che li abita o che da essi ricava il suo nutrimento, nonché sugli esseri umani.

Per contrastare il rischio che i nostri mari e i nostri litorali si trasformino, più di quanto già non siano, in una gigantesca pattumiera con conseguenze devastanti per la sopravvivenza del Pianeta e delle sue specie, occorrono sì legislazione efficaci nella gestione del ciclo dei rifiuti e nella previsione di condanne esemplari per chi li smaltisce illegalmente, ma anche l’impegno di tutte e tutti ad abbandonare definitivamente di comportamenti scorretti e abitudini nocive.