UN AIUTO PER L’ONCOLOGIA

L’Associazione oncologica Trivella (AOPI TRIVELLA) di Pisa, una vera catena di solidarietà umana al fianco dei malati oncologici.

SALUTE
Francesca Franceschi
UN AIUTO PER L’ONCOLOGIA

L’Associazione oncologica Trivella (AOPI TRIVELLA) di Pisa, una vera catena di solidarietà umana al fianco dei malati oncologici.

Aiuto ai malati oncologici e ai loro familiari, cura nelle corsie ospedaliere ma anche informazione ed educazione sanitaria sia per adulti che nelle scuole, corsi di formazione per volontari, sostegno psicologico e iniziative di vario genere per tendere una mano alle persone che si trovano ad affrontare il nemico in lunghe e dolorose battaglie. È la missione e la ragion d’ essere dell’associazione oncologica pisana “Piero Trivella” che, grazie al lavoro di una catena umana composta da tanti volontari, aiuta i pazienti (e le loro famiglie) che si trovano alle prese con estenuanti lotte contro il cancro. E proprio alla vigilia della 31esima settimana oncologica – che si svolgerà dal 20 al 23 aprile nella città della Torre Pendente – si pone una doverosa riflessione da compiere anche alla luce del periodo pandemico che, ormai da oltre due anni, ha fortemente scosso e cambiato le vite di tutti noi. Ma, purtroppo, non c’è solo il Covid-19 a stravolgere quotidianità e urgenze sia fuori che dentro le corsie ospedaliere. Ci sono e avanzano patologie oncologiche che necessitano di assistenza, cure e sostegno a 360 gradi. Non solo per le persone che ne vengono colpite ma anche per la loro cerchia familiare che, inevitabilmente, subisce le gravi minacce e intemperie che accompagnano da sempre queste battaglie. Ed ecco che convegni, seminari, riflessioni e anche uno spettacolo teatrale volto ad omaggiare Giorgio Gaber sono le iniziative in programma nel calendario della imminente settimana oncologica che, tra i principali focus, porrà l’accento su tutte le attività che l’AOPI Trivella ha messo a segno durante l’emergenza sanitaria da Coronavirus e quelle che sta rimettendo in campo adesso con la fine di tale emergenza. Ne parliamo con il presidente dell’associazione oncologica pisana, il cardiologo e professore dell’Università di Pisa Marco Rossi.

Professore, in che modo la vostra associazione ha affrontato il periodo pandemico?

L’emergenza sanitaria ha messo in evidenza ancora di più l’importanza dell’aiuto alle persone che combattono patologie oncologiche. Ovviamente, non è stato possibile proseguire le attività dei nostri volontari nei reparti dell’Ospedale di Pisa e nel reparto Hospice, ma il nostro impegno non si è arrestato nemmeno durante i due difficili anni che abbiamo alle spalle. L’AOPI ha sempre tenuto aperto, con i propri volontari uno sportello telefonico per i malati oncologici ed i loro familiari. Abbiamo continuato ad offrire, seppure in modalità telematica, un servizio di ascolto da parte di psicologi, corsi di yoga, di meditazione e di ginnastica adattata per malati oncologici. Abbiamo mantenuti attivi “da remoto” i nostri laboratori di riciclo e di attività creative e, come sempre, è stata garantita la fornitura di parrucche alle pazienti in chemioterapia. Sembra banale ma, mi creda, non lo è. L’emergenza sanitaria, nell’immaginario collettivo, ha catalizzato attenzione e mezzi di stampa ma nella vita di tutti i giorni le urgenze e le necessità legate alle patologie oncologiche non sono scomparse, semmai si sono acuite. Anche in questo periodo inoltre non è venuta meno la nostra attenzione ai bisogni dei malati oncologici ed il nostro impegno a farcene portavoce presso le istituzioni con azioni propositive.

Una sorta di pungolo. Si può dire?

In un certo qual modo sì e le origini di questo compito le ritroviamo nella spinta visionaria che mosse nel 1986 il fondatore della nostra associazione, il professor Piero Trivella nello stimolare le istituzioni sanitarie pisane a colmare un importante vuoto di allora, che era l’assenza di strutture specificamente dedicate alle malattie oncologiche.

Quali sono i punti di forza della vostra Associazione?

Senza dubbio il nostro principale “motore” Sono i volontari che mettono parte del loro tempo a disposizione per aiutare chi combatte la sua battaglia contro la malattia oncologica. L’altra nostra forza sono i tanti nostri soci che ci supportano e ci incoraggiano a proseguire nel nostro impegno e tutti coloro che con donazioni e con la devoluzione alla 5 per mille alla nostra Associazione ci aiutano nel portare avanti le attività in cui ci avvaliamo della collaborazione di professionisti.

Riuscite a fare anche formazione?

Sì, organizziamo corsi di formazione per volontari accompagnati da tavole rotonde, conferenze e webinar dedicati alla prevenzione e diagnosi precoce delle malattie oncologiche, alla terapia del dolore e alle cure palliative. Inoltre, in memoria delle attività di medico e docente del nostro fondatore, abbiamo voluto istituire un premio annuale per giovani ricercatori particolarmente meritevoli, a ricordo dell’ attenzione del professor Trivella per la formazione dei giovani, dei suoi valori umani e della sua instancabile disponibilità verso i pazienti.

Se volessimo fare un bilancio, quali i risultati raggiunti ad oggi?

Come dicevo pocanzi, grazie della pressione della nostra Associazione sin alla sua fondazione, sulle autorità sanitarie i risultati sono molti e importanti: l’ istituzione della prima Oncologia in Toscana a Pisa, del Dipartimento Universitario-ospedaliero di Oncologia, del primo Centro di Senologia, dove è attivo il servizio di fornitura di parrucche svolto dalla nostra Associazione, l’attivazione della assistenza domiciliare integrata per malati oncologici e l’istituzione dell’Hospice per i pazienti in fase avanzata di malattia. Ma mi faccia dire un’ultima cosa.

Dica pure…

Quello raggiunto fino ad oggi non è un traguardo semmai un punto di partenza teso verso i prossimi impegni e le sfide del futuro, tra i quali prioritari sono la sensibilizzazione dei giovani verso il volontariato in campo oncologico, la formazione di nuovi volontari, il nostro sempre maggiore contributo alla diffusione, soprattutto presso i giovani, della cultura della prevenzione oncologica ed una sempre maggiore opera di sensibilizzazione e di stimolo delle istituzioni sanitarie affinché sia garantita una sempre migliore risposta ai bisogni di assistenza e di cura dei malati oncologici.